I medici in pista

Da zero a cento in un paio di secondi per sfrecciare sull’asfalto di Monza.

Ma è quando il tachimetro precipita drammaticamente da cento chilometri orari a zero che i camici bianchi del circuito entrano in azione.

Sul tracciato più veloce della Formula 1 vigilano 120 tra medici e infermieri, esperti nel soccorrere i piloti nelle circostanze più complicate.

“I ‘Medici in pista’ nascono nel ’97 dalla strutturazione di sanitari che prestavano servizio per la Croce rossa all’autodromo di Monza già da un decennio”, spiega Claudio Pusineri, 59enne milanese, anestesista rianimatore all’ospedale di Desio e presidente dell’associazione di specialisti del soccorso.

Pusineri, che frequentava la pista di Monza già dal ’78, è anche chief medical officer del Gran Premio d’Italia e del Rally di Sardegna e membro della commissione medica Fia.

“Più che la passione per i motori, la spinta per iniziare questo percorso è stata la passione per la medicina. Il nostro compito – aggiunge – è garantire la sicurezza del pilota sulla pista o, nei casi critici, estrarre rapidamente dalla macchina e prestare le prime cure a chi ha avuto un incidente”.

Gli ‘angeli dei circuiti’ sono in prevalenza specialisti che, usciti dalle corsie e dagli ambulatori, ripongono il camice bianco e vestono una tuta ignifuga blu col distintivo ‘doctor’.

Tra di loro vi sono anestesisti rianimatori, ortopedici traumatologi, col contributo di cardiologi, neurochirurghi, radiologi.

Personale in gran parte proveniente da esperienze di lavoro in aree critiche, come rianimazione, 118, pronto soccorso, sala operatoria.

Nel corso degli anni l’associazione si è ampliata, estendendo il proprio raggio d’azione in altri ambiti.

Oltre a seguire le attività dell’Autodromo di Monza – dove il personale medico raggiunge le 200 unità durante le gare di Formula 1 per vigilare anche su un pubblico che può toccare i 200mila spettatori – i ‘Medici in pista’ esercitano sul circuito di Varano, ad Arese dove Aci Sport ha la scuola di pilotaggio e lungo il tracciato di gare come la Mille miglia storica.

L’associazione ha anche fondato la ‘Divisione Franciacorta’, che si occupa del settore rally e presta servizio al fianco del Monza calcio.

Nel curriculum dei ‘Medici in pista’ figurano molti interventi determinanti.

Come in occasione del terribile incidente del 2000 a Monza, che coinvolse cinque piloti tra cui il ferrarista Rubens Barrichello e nel quale perse la vita un uomo del servizio antincendio.

I camici in tuta blu intervennero anche l’anno scorso per assistere il pilota brasiliano Alan Hellmeister, che aveva avuto un grave incidente sul rettilineo del circuito brianzolo nel corso dell’International Gt Open.

“Quando il paziente era ancora nell’abitacolo – racconta Pusineri – aveva già una vena incannulata, con un medico che lo monitorava e aveva iniziato a trattarlo con farmaci analgesici”.

Nell’organico dei ‘Medici in pista’ non c’è un frequente turnover, spiegano dall’associazione – vista la preparazione specifica necessaria – ma nel team c’è ancora posto per giovani medici.

L’appello è ai camici bianchi freschi di laurea o in corso di specializzazione, che nell’ambito dell’associazione possono iniziare a prestare servizio ambulatoriale e, nel mentre, seguire i corsi di formazione per poter scendere a bordo pista ad assistere i pazienti più veloci del mondo.

Antioco Fois