Gli odontoiatri in Enpam, indietro non si torna

La rappresentanza della professione nella Fondazione è figlia del nuovo Statuto

renzoIl percorso del riconoscimento della rappresentanza degli odontoiatri nell’Enpam è iniziato molti anni fa quando ancora, forse per il non rilevantissimo numero dei contribuenti degli odontoiatri, non era molto sentito.

Qualche anno dopo l’emanazione della legge 409/85 che ha istituito l’Albo degli odontoiatri nell’ambito dell’unico Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri, è iniziata una battaglia per dare rappresentanza e rappresentatività a questi professionisti che contribuivano in modo sempre più importante al bilancio dell’Enpam.

Non è stato facile. Basta ricordare che il precedente Statuto della Fondazione all’articolo 11 stabiliva testualmente: “Il consiglio nazionale dell’Enpam si compone di tutti i presidenti degli Ordini provinciali dei medici chirurghi e degli odontoiatri”.

L’unico minuscolo spazio di rappresentanza era previsto in Consiglio di amministrazione dove, uno fra i componenti nominati dal comitato centrale della Fnomceo era designato dalla Commissione Albo odontoiatri.

Oggi l’articolo 11 del nuovo Statuto prevede che nell’Assemblea nazionale (omologa al precedente Consiglio nazionale) insieme ai presidenti di Ordini ci sia una rappresentanza dei presidenti delle Commissioni per gli iscritti all’Albo degli odontoiatri, nella misura del dieci per cento di tutti i presidenti degli Ordini.

Un percorso ricercato e voluto da chi responsabilmente presiede l’Ente e dalla stragrande maggioranza dei presidenti degli Ordini. Va sottolineato che la rappresentanza odontoiatrica istituzionale è eletta dai presidenti delle Commissioni per gli iscritti all’Albo degli odontoiatri.

Finalmente si può dire che gli odontoiatri sono eletti ed elettori a dimostrazione di una conquistata capacità di rappresentanza e di rappresentatività.

Certamente il cammino è ancora lungo e la professione odontoiatrica, in sinergia con la componente medica, intende promuovere nuovi ambiti di partecipazione dei contribuenti iscritti allo specifico Albo in tutti gli organismi della Fondazione.

In seguito alla riforma si sono venuti a determinare comportamenti ascrivibili a ‘scontenti’ che non hanno visto soddisfatte aspettative personali derivanti da accordi spartitori e frustati nelle loro attese dal libero esercizio democratico del voto.

Alcuni hanno iniziato ad adoperarsi per mettere in crisi l’attuale organizzazione della Fondazione con ipotesi addirittura di commissariamento che potrebbero rivelarsi pericolosissime per la previdenza di medici e odontoiatri.

Legittima ogni critica e ogni preoccupata richiesta di chiarimenti e, ancora di più, legittimi gli stimoli volti ad accentuare la vigilanza e la tutela del nostro Ente. Se dovessero emergere profili di responsabilità di qualsiasi genere, come già detto e fatto nel recente passato, noi saremo tra i primi a chiederne conto.

Una cosa però è certa, non sarà possibile tornare indietro e riportare gli odontoiatri nell’ambito di una funzione subordinata a quella dei medici.

Non permetteremo a chi non ha memoria storica, a chi non c’era o se c’era non ha fatto nulla (ai cultori del “tutto va male per colpa degli altri che non hanno fatto niente”), di ‘gettare il bambino insieme all’acqua sporca’ contestando il nuovo Statuto.

L’attuale stabilità derivata dalla corretta governance della Fondazione garantisce i nostri iscritti e sarebbe quanto mai azzardato metterla in discussione per favorire, magari, gli appetiti del mondo della politica sempre teso a ricercare risorse per far fronte all’attuale situazione di crisi economica.

Giuseppe Renzo*

* presidente CAO

@Fondazione Enpam