Finalmente sacerdote

Dopo una gratificante carriera medica un dottore di Prato si è spogliato del camice bianco per vestire l’abito talare

IMG_8278Stefano Faggi è finalmente stato ordinato sacerdote. Lo sento al telefono qualche giorno prima della sua ordinazione e lo chiamo dottore. “Una volta lo ero – mi dice correggendomi – ora non più. Tre anni fa ho dato le dimissioni dall’ospedale di Prato e sono entrato in seminario”.

Faggi è però rimasto iscritto all’Ordine dei medici perché glielo ha chiesto il vescovo di Prato, monsignore Franco Agostinelli. “Non so quali programmi avrà per me quando sarò prete, ma così ho fatto”. Questa, come tante altre decisioni nella vita di Faggi sembrano essere state fortemente ispirate dagli altri.

Per spiegare da dove nasca il desiderio di diventare sacerdote ci parla della sua famiglia.

Credo che i germi della mia vocazione siano maturati proprio nell’ambiente familiare. La famiglia è stata il mio seminario

Cresciuto in casa con due genitori entrambi medici e un fratello maggiore gravemente disabile, Faggi dice di aver vissuto in un ambiente di sofferenza e di dolore, ma carico di amore e di affetto. “I miei genitori sono stati dei santi per l’esempio che hanno saputo trasmettermi. Mia madre ha rinunciato alla sua professione per le esigenze della famiglia. Io ho condiviso la loro scelta, sono diventato medico, anche se dai tempi della maturità scientifica ho sentito il richiamo da Dio, mi sono sentito sedotto da lui”.

All’inizio avrebbe voluto fare il pediatra come suo padIMG_8275re, poi invece ha scelto di essere anestesista e ha lavorato nei reparti di ortopedia, ostetricia e ginecologia dell’ospedale di Careggi e di Prato. “Sono appagatissimo, estremamente gratificato dalla professione medica – dice -. L’ho fatta con disinvoltura e scioltezza e non mi è mai pesato. Ho tenuto corsi, pubblicato su riviste nazionali e internazionali e ho maturato un’anzianità di servizio ventennale come medico ospedaliero, raggiungendo competenze e una retribuzione ragguardevole che mi ha permesso anche di fare della carità”.

“Il dolore e la sofferenza familiare, quella incontrata nella professione e la mia personale – dice Faggi – che dovevo morire nel 1989 per un’embolia polmonare, hanno rafforzato i miei contatti con l’Altissimo”. È alla morte dei genitori, nel 2011, che don Stefano matura la decisione di entrare in seminario, ma lo fa solo dopo aver trovato una struttura adeguata in cui il fratello possa ricevere le cure di cui ha bisogno.

IMG_8321“In seminario – dice Faggi – sono il più anziano. Ho fatto un po’ da babbo ai seminaristi cercando di essere sempre disponibile per un consiglio. La porta della mia camera non è mai stata chiusa, sempre socchiusa. Alcuni entrano senza nemmeno bussare per chiedermi pareri, consigli medici. Se ne hanno bisogno a volte prescrivo anche qualche medicina”.

L’ordinazione sacerdotale, celebrata il 19 aprile nella cattedrale di Prato, è stato per Faggi il raggiungimento di un incontro tanto atteso.

Vorrei che fosse una festa non solo mia, ma di tutta la comunità, perché come diceva mio padre, da ognuno di voi posso dire di aver preso una piccola tessera per costruire un grande mosaico

Laura Petri

@FondazioneEnpam