Entrato in vigore il nuovo Statuto

L’approvazione dei ministeri vigilanti ha consentito il voto con le nuove regole. Soddisfatti i sostenitori della riforma mentre altri hanno espresso critiche. Il Tar del Lazio rispondendo a un primo riscorso ha confermato la linea dell’Enpam

Decreto-interministeriale-17-aprile-2015-1Il nuovo Statuto dell’Enpam è entrato in vigore giusto in tempo per dare il via alle elezioni 2015- 2020 con le nuove regole. I ministeri del Lavoro e dell’Economia hanno approvato il testo definitivo della carta fondamentale dell’Enpam con un decreto interministeriale del 17 aprile 2015.

Il nuovo Statuto era stato votato nella sua versione definitiva il 28 giugno 2014. Il regolamento per le elezioni è stato invece esaminato dai ministeri vigilanti durante una conferenza dei servizi che si è tenuta il 9 aprile di quest’anno e la sua approvazione, condizionata ad alcune modifiche poi recepite dal Cda dell’Enpam, è stata comunicata due settimane dopo.

I dicasteri dell’Economia e del Lavoro hanno poi preso atto delle “modifiche assunte in conformità alle prescrizioni ministeriali”.

Dopo l’approvazione, il Tar

L’Ordine dei medici di Milano, che aveva votato contro il nuovo Statuto, ha subito fatto ricorso alla giustizia amministrativa chiedendo di revocare le elezioni degli organismi della Fondazione Enpam. Il Tar del Lazio ha però respinto la richiesta con un primo provvedimento. Al momento di andare in stampa con questo numero, l’Ordine milanese aveva presentato un ulteriore ricorso.

Il nuovo Statuto dell’Enpam, approvato dalla larga maggioranza degli Ordini provinciali italiani al termine di oltre due anni di lavori, ha suscitato “notevoli motivi di dissenso” ad Ascoli Piceno, il cui delegato Piero Maria Benfatti torna sulla procedura di voto adottata a suo tempo (si veda il Giornale della Previdenza n. 2/2015, box a pagina 17): “La Presidenza – scrive – in base a una discutibile interpretazione del vecchio Statuto, meno di 48 ore prima del Consiglio Nazionale del 27 giugno 2014, ha trasformato gli emendamenti proposti da moltissimi Ordini in ‘suggerimenti’ al Consiglio d’amministrazione che ha così deciso in totale autonomia quali e quanti sottoporne al voto del Consiglio nazionale. Di fatto è stato sostanzialmente impedito agli Ordini il diritto di far votare i propri emendamenti. Una procedura – scrive ancora il delegato ascolano – inaudita in qualsiasi consesso democratico, contestata dai rappresentanti di Ascoli Piceno, Bologna, Ferrara, Latina, Milano, Piacenza, Potenza, Salerno e Trapani che, per protesta, hanno deciso di non partecipare al voto. In sostanza il nuovo Statuto è in larghissima parte quello deciso a priori dall’attuale Consiglio d’amministrazione dell’Enpam”.

Le regole per il voto

Va sottolineato che la modalità di approvazione era prevista dallo stesso vecchio Statuto. In particolare l’articolo 13, comma 1, lettera f, stabiliva che al Consiglio nazionale spettasse di “deliberare le modifiche allo Statuto, predisposte dal Consiglio di amministrazione”.

Una critica arriva anche per il regolamento elettorale che “con un maggioritario puro che assegna alla lista vincente tutti i posti disponibili, annulla di fatto – sostiene sempre il delegato di Ascoli – il criterio di rappresentanza proporzionale delle categorie contribuenti, favorendo la presenza nell’Assemblea nazionale di rappresentanti dei soli sindacati maggioritari”.

Di diversa opinione invece i promotori della riforma, che sottolineano come il regolamento elettorale garantisce la presenza in Assemblea nazionale di tutte le categorie professionali (mmg, pediatri, liberi professionisti, specialisti ambulatoriali, specialisti esterni, dipendenti e contribuenti alla sola Quota A) secondo criteri di proporzionalità (basati su contributi, prestazioni e patrimonio) e di rappresentatività degli interessi collettivi, con un meccanismo maggioritario che premia l’aggregazione rispetto alle divisioni interne alle singole categorie.

@FondazioneEnpam