Enpam tiene d’occhio la mobilità internazionale

Un accordo tra Fondazione e ministero della Salute consentirà di monitorare i flussi di medici e odontoiatri che vanno a lavorare all’estero

Quanti medici e odontoiatri italiani si sono già trasferiti in un altro Paese? Quali sono gli Stati preferiti dai camici bianchi che scelgono di andare lavorare all’estero? Che tipo di specializzazioni ‘esportiamo’ oltreconfine? L’Enpam e il ministero della Salute hanno firmato un protocollo d’intesa sulla mobilità dei professionisti della salute. Grazie all’accordo che prevede una condivisione di dati della Fondazione e del dicastero, sarà possibile dare una dimensione al fenomeno e monitorare i flussi di professionisti in partenza da e verso l’estero.

Dall’incrocio del database della Fondazione con quello del ministero, che tiene traccia di medici e odontoiatri che hanno richiesto l’abilitazione ad operare in un Paese straniero, emergerà l’identikit previdenziale e non, dei professionisti ‘in fuga’.

L’obiettivo della Fondazione è arrivare a fornire un servizio di supporto concreto agli iscritti che si trasferiscono all’estero, accompagnandoli e informandoli su regolamenti comunitari, previdenza e tutele sociali nei Paesi dell’Unione europea e negli Stati Uniti.

I dati verranno elaborati poi all’interno dell’Osservatorio del lavoro delle professioni sanitarie dell’Enpam contribuendo alla costruzione di un modello articolato del mercato occupazionale, in grado di tenere in conto il fenomeno e le sue possibili evoluzioni.

 

Protocollo d’intesa

LOGO_ISFOLL’Osservatorio del mercato del lavoro delle professioni sanitarie dell’Enpam si potenzia inoltre grazie all’accordo stretto con l’Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori (Isfol). Lo strumento attivato dalla Fondazione per analizzare la realtà occupazionale attuale e prevederne le evoluzioni possibili al fine di garantire la sostenibilità del sistema previdenziale a lungo termine, si avvarrà delle competenza dell’ente pubblico di ricerca su formazione, politiche sociali e lavoro. Con il protocollo si istituisce un gruppo di lavoro misto composto da quattro esperti, due nominati dall’Enpam e due dall’Isfol: la Fondazione potrà così avvalersi del know-how maturato negli anni dall’Istituto, rendendo in cambio disponibili dati e informazioni di rilievo statistico sui suoi iscritti. Il protocollo di scambio ha durata di tre anni, è disciplinato dalla normativa sulla protezione dei dati personali e utilizzerà ambienti di intercomunicazione e risorse open source.