Enpam a sostegno dei rinnovi convenzionali

L’Ente al fianco della medicina generale nelle trattative per gli accordi contrattuali.
In occasione della stagione congressuale della categoria, il presidente della Fondazione traccia anche un bilancio programmatico

di Alberto Oliveti
Presidente della Fondazione Enpam

Discorso pronunciato all’inaugurazione del Congresso nazionale Fimmg


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Da orgoglioso medico di famiglia, ma soprattutto da orgoglioso medico italiano, vi porto il saluto dell’Enpam, la Fondazione nostro salvadanaio che mi onoro di presiedere. E lo voglio fare nei numeri e nei fatti, nel rispetto delle regole: gli elementi, cioè, che caratterizzano il nostro agire.

BATTAGLIA PER L’AUTONOMIA 

Con la riforma della previdenza abbiamo vinto una battaglia di autonomia: mezzo secolo di sostenibilità,certificata e misurata anche da controparti non semplici da approcciare e da affrontare. Ve li ricordate il ministro ed altri! Noi ce l’abbiamo fatta, mantenendo così il nostro diritto ad avere un sistema previdenziale autonomo, e mantenendo il nostro patrimonio e autodeterminando le nostre regole. Un risultato non banale di questi tempi se vediamo come stanno andando le regole dell’Inps in merito al contributivo e alla rivalutazione dei contributi, sotto l’effetto5V2A3939 del cambiamento del Pil: cioè chi contribuisce oggi al sistema pubblico rischia di accumulare meno di quello che ha effettivamente versato.
Noi, invece, abbiamo vinto questa battaglia per l’autodeterminazione.
Questo però non ci distoglie dal fatto che abbiamo di fronte una salita: quella del cambio di rapporto tra numero di pensionati e numero di lavoratori attivi che vedremo nei prossimi anni. Un cambiamento che
ci impone coscienziosamente e responsabilmente di portare delle soluzioni.

“Chiudere le convenzioni significa anche permettere un aumento dei flussi contributivi”

Sappiamo anche che questa criticità è temporanea e ritorneremo ad avere una situazione migliore da un punto di vista demografico. Ed è grazie a questa autonomia mantenuta che possiamo azionare le leve
per far sì che ognuno di noi abbia la massima pensione sostenibile dal suo sistema. Questo significa che se ne avremo le condizioni ridurremo il gas, cioè ridurremo la progressiva ingravescenza della manovra, agendo sulle leve dei contributi, delle prestazioni e dell’età pensionabile. Ma questo lo potremo fare quando avremo percorso tutti gli step e il prossimo, ahinoi, consiste nell’aumento dei contributi a partire dal 2015. È l’ultima leva che deve essere attivata, proprio per ribadire e tutelare
la nostra autonomia.

RINNOVI CONVENZIONALI
In occasione del rinnovo convenzionale voglio dire con forza che l’Enpam sarà a fianco della Fimmg nella trattativa. La Fondazione non si porrà come controparte ma sarà sicuramente un elemento terzo affidabile che vorrà facilitare i termini della trattativa, perché chiudere le convenzioni significa anche permettere un aumento dei flussi contributivi.

“Sul patrimonio, il nostro salvadanaio, parlano i numeri”

Garantiremo il nostro sostegno tecnico e, se verrà richiesto, il nostro sostegno di idee. Qualche idea la stiamo già scambiando.
I nostri conti per la verità sono interessanti perché sia sul versante previdenziale sia su quello finanziario abbiamo più soldi del previsto.
Per sapere esattamente quanti, bisognerà tuttavia aspettare il consuntivo 2014 e i calcoli attuariali precisi che si potranno fare dopo la fine dell’anno. Solo allora sapremo che margini avremo per mitigare eventualmente l’aumento futuro dei contributi.

I BUONI NUMERI
Sul patrimonio, il nostro salvadanaio, parlano i numeri. Abbiamo ad oggi più di 16 miliardi di euro, quasi
17, di patrimonio. Abbiamo 12 anni di riserve riferite alle pensioni che paghiamo ogni anno, quindi allo
stato delle cose, se non entrasse più nulla in Enpam, potremmo continuare a pagare pensioni per altri 12 anni. Il risultato finanziario semestrale, che posso annunciare, mostra che il nostro patrimonio ha avuto una redditività superiore al 5 per cento, in sei mesi. Introduco poi un termine tecnico: funding ratio.
È un nome complicato per indicare un rapporto: al numeratore tutto quello che ci aspettiamo di introitare nei 50 anni, come contributi e proventi del patrimonio, e a denominatore tutto quello che sappiamo che dovremmo pagare nei prossimi 50 anni.

Un ente di previdenza è in buona salute quando l’indice è magari 1,1. Cioè come quando in una famiglia entra 11 e si spende 10. Il nostro indice invece attualmente è 1,31, con tendenza a diventare 1,32.
E questo è indice di salute.
Questi sono numeri che, possiamo dirlo, stiamo realizzando in sicurezza. In sicurezza perché la riforma
della gestione patrimoniale che abbiamo fatto, ci garantisce sia prima sia durante gli investimenti. In entrata oggi abbiamo la regola dello ‘zero virgola’: significa che commissioni esose non se ne prevedono proprio. Se vengono richieste non prendiamo in esame l’investimento.

Nel corso dell’investimento, poi, la gestione avviene con procedure, all’interno di un sistema di qualità, con percorsi già prestabiliti, prevedibili e tracciabili e con professionisti e società che scegliamo mediante procedure ad evidenza pubblica e gare europee.

“Il nuovo statuto valorizza il ruolo insostituibile degli Ordini professionali sul territorio”

In uscita ci autocontrolliamo attraverso un comitato, che abbiamo voluto noi, presieduto da un magistrato contabile in attività. Con questi numeri e con questi controlli, la sicurezza è un dato di fatto.

OBIETTIVO: PRIMI IN QUALITÀ
Questi numeri e fatti vogliamo anche raccontarli bene. Proprio in questi giorni abbiamo pubblicato il bilancio sociale: vi invito a leggerlo sul nostro sito. È un modo per rendere conto del nostro lavoro a tutti i portatori di interesse, cioè chi ci versa i contributi, chi ci dà il voto, chi fa le leggi, chi lavora XE5R7593
per noi e la collettività. Perché il nostro obiettivo è essere i primi nel settore delle Casse per qualità dimostrata. E anche in questo vogliamo essere misurabili oggettivamente. Poi giudicherete.

LE REGOLE FONDAMENTALI
Lo Statuto è la regola fondamentale, la base. L’abbiamo riscritto per raggiungere il miglior bilanciamento possibile tra la rappresentatività delle molteplici componenti della categoria medica e
odontoiatrica e una gestione più snella, efficace, nel contenimento dei costi. Costi che, nella comparazione, siamo già tra i migliori nel contenere. Con il nuovo Statuto i medici di medicina generale potranno eleggere i loro rappresentanti nell’assemblea, nel Consiglio nazionale.
Il nuovo Statuto valorizza il ruolo insostituibile degli Ordini professionali come terminali operativi sul
territorio, sia in entrata che in uscita, per rilevare bisogni o per fare attività. Il nuovo Statuto incide
anche sulla struttura della Fondazione, elemento indispensabile per aumentare la qualità del servizio
che diamo agli iscritti e per migliorare ancora di più l’efficienza degli investimenti.

IL PATTO FRA GENERAZIONI
Noi viviamo in un welfare in cambiamento.
Le frontiere nell’Europa sono venute meno e ciò vale per i pazienti, ma vale anche per i professionisti.
È un’Europa che ha dei problemi. Sempre citando dei numeri: parliamo di un’Europa che è fatta dal 7 per cento della popolazioni mondiale, che produce il 25 per cento del Pil, cioè della ricchezza mondiale, ma che consuma il 50 per cento del welfare mondiale.

Riusciremo a tenere?
L’Italia è sicuramente interessata come tutti da questo processo di welfare in cambiamento. E se welfare è fatto di quattro parole – lavoro, sanità, previdenza e assistenza – la Fondazione Enpam, che da lavoro e sanità trae contributi per dare previdenza e assistenza ai più importanti operatori del sistema sanitario, nel welfare c’è dentro totalmente.

Per questo noi non ci sottraiamo se c’è da pensare a qualcosa che vada oltre la previdenza e l’assistenza tradizionali.
Vogliamo dare supporto e sostegno alla categoria, in una visione strategica del nostro operare.
Perché dobbiamo rafforzare il patto tra generazioni successive, che è l’albero motore, la forza della Fondazione Enpam stessa.XE5R7587

PROGETTO QUADRIFOGLIO
Su questo abbiamo un progetto che si chiama Quadrifoglio, perché oltre all’assistenza puntuale a domanda noi vogliamo fare qualcosa di più. I quattro fogli sono quelli della previdenza complementare,
dell’assistenza sanitaria integrativa, delle assicurazioni dalla responsabilità civile professionale, dove abbiamo un progetto, a quello della long term care, cioè la tutela, la risposta in termini di copertura del rischio di perdere la propria autonomia.

Il quarto foglio è quello del sostegno e dell’accesso al credito. Recentemente in Consiglio di amministrazione abbiamo approvato una delibera che prevede l’appostamento nel bilancio preventivo di una cifra importante, 100 milioni di euro, da dedicare ai mutui per i medici. Apriamo la stagione della mutualità ai medici che ne hanno bisogno per la casa e penseremo anche ad altre soluzioni. Ma pensiamo anche alla professione nel suo assetto di genere perché il futuro della medicina sarà sempre più fatto da donne e meno da uomini, da più madri e meno padri.
Per questo stiamo rafforzando le tutele in termini di maternità, in termini di genitorialità, in termini di assistenza alla donna medico.

INVESTIRE SU NOI STESSI

Gli attuali scenari economici mondiali e la nostra doverosa esigenza di investire in maniera sicura ci fanno ritenere che forse una maggiore quota dei nostri investimenti dovrebbe essere destinata ad attività prossime alla nostra professione.

Ci sono tante possibilità di investimenti nell’ambito del nostro esercizio professionale. Esempi?
La ricerca. L’Italia è una terra ostile alla ricerca in campo sanitario, nel biotech. Pensiamo di poter investire qualcosa anche nella residenzialità e domiciliarità: in un’Italia che cambia le residenze dovranno dare risposte non solo in termini sanitari, ma anche sociali: la stessa domiciliarità, nella sua strutturazione, dovrà sempre più pensare a coloro che hanno bisogno di un sostegno collettivo al proprio essere soli o essere in difficoltà.
Pensiamo poi a investimenti nell’energia pulita, nell’energia alternativa, nella green economy, nell’alimentazione, nella promozione dei corretti stili di vita. E pensiamo anche all’agri-business, perché forse l’Italia dovrebbe rivedere un po’ il suo percorso storico e ritornare anche a un corretto approccio all’agricoltura.

L’ENPAM C’È
In conclusione: voglio dire che l’Enpam c’è. Noi siamo pronti a dare sostegno, portando però sempre numeri, fatti e operando nel rispetto delle regole. Ci proponiamo anche, laddove necessario, di farci parte operativa per modificare regole che riteniamo ingiuste. Abbiamo vinto la battaglia dell’autonomia sulla previdenza ma non del sistema previdenziale.
Oggi noi, Cassa privata, abbiamo un’autonomia gestionale, organizzativa e contabile non perfettamente espressa, tanto è vero che siamo soggetti a una doppia tassazione ingiusta che sottrae parecchie risorse al pagamento delle pensioni e all’assistenza. Proprio perché non è chiaro questo nostro essere privati, pur nell’esercizio di una funzione pubblica, che è quella di dare pensioni e assistenza.
Però dal palco del congresso del sindacato più rappresentativo della categoria dei maggiori contribuenti alla Fondazione io dico: mai come in questo momento siamo uniti e facciamo un lavoro di squadra!