Dalla ricerca al Ssn: parola ai camici Cinquestelle

Un’oncologa e ricercatrice del Cnr, il direttore sanitario di un centro di riabilitazione, due neurologhe in servizio presso il Servizio sanitario, un medico legale e uno pneumologo.

Sono tra i medici eletti in Parlamento tra le file del Movimento 5 Stelle. Al Giornale della Previdenza hanno raccontato cosa intendono realizzare durante la legislatura.

La neurologa bergamasca Fabiola Bologna, 45 anni, ha iniziato la sua carriera nel 2005 al Centro sclerosi multipla dell’Irccs Fondazione istituto neurologico “C. Mondino” di  Pavia.

Si è  occupata prevalentemente di malattie neurodegenerative e neuro-immunologiche e oggi lavora presso l’Unità di neurologia dell’Azienda socio-sanitaria territoriale Papa Giovanni XXIII di Bergamo.

Qui segue l’ambulatorio dei disturbi cognitivi che le ha permesso di approfondire e gestire problemi clinici, psicologici, sociali e organizzativi dei pazienti e delle loro famiglie.

“Ho deciso di impegnarmi politicamente perché credo che si debba difendere la sanità pubblica, oggi minacciata da speculazioni che vorrebbero renderla un business a discapito del benessere collettivo”, spiega la neo-deputata eletta nel collegio plurinominale di Lecco.

Bologna sottolinea quanto tenga al fatto che cultura e ricerca scientifica siano valorizzate “perché sono fondamentali per la crescita economica del Paese e per il futuro delle nuove generazioni”.

Alla domanda sulle future proposte da portare avanti in Parlamento l’onorevole Bologna risponde: “la Sanità è un settore complesso e trasversale che va affrontato con competenza e multidisciplinarietà”.

Quello che si augura è di poter lavorare sui temi sanitari “coordinandomi sia a livello nazionale che regionale con interlocutori che siano disponibili a un confronto costruttivo e a soluzioni che abbiano come obiettivo la salute e il benessere di tutti i cittadini”.

 

Maria Domenica Castellone, 43 anni, oncologa e ricercatrice Cnr, eletta al Senato nel collegio di Giugliano in Campania (Na). Dopo il dottorato e tre anni di ricerca negli Stati Uniti, dal 2006 è approdata al Cnr. La scelta della sua candidatura è nata “in risposta all’appello di Luigi di Maio a farsi avanti per mettere a disposizione del Paese le proprie competenze”.

“In vent’anni di laboratorio – dice la neo senatrice – abbiamo visto i fondi ridursi drasticamente e ampliarsi il divario tra Nord e Sud” anche nel campo della ricerca. “La migrazione – osserva – non è più solo quella dei pazienti, ma anche di operatori e ricercatori, eccellenze che nel Meridione spessissimo non sono valorizzate e sono costrette ad andare altrove per trovare riconoscimento”.

L’obiettivo per il mandato è quello di ripristinare fondi adeguati, arginare la ‘fuga dei cervelli’ e promuovere “tavoli tecnici con medici e ricercatori per avanzare proposte concrete che tengano conto delle difficoltà locali”.

Per migliorare i risultati della ricerca in campo oncologico altro punto è quello di avere “davvero registri tumori unificati, con dati omogenei a disposizione di tutti”.

 

Giulia Grillo, 42 anni, catanese, medico legale, capogruppo in pectore del Movimento 5 Stelle alla Camera. Un mandato alle spalle nel quale si è concentrata, in primis, “sul ramo farmaceutico”, e una serie di priorità da portare avanti in ambito sanitario, dal finanziamento della sanità pubblica alla digitalizzazione.

Restando soltanto ad alcuni macrotemi, ritengo che sul Patto della Salute, sanità digitale, assunzioni, ‘dopo di noi’, specializzazione medica, liberalizzazione dei farmaci e nuovi Lea ci sarà la necessità di revisioni, implementazioni o correttivi.

Senza considerare il cuore delle politiche sanitarie: il finanziamento del Servizio sanitario nazionale che deve tornare a crescere, anche in rapporto percentuale rispetto al Pil”.

Nella scorsa legislatura si è impegnata per “ampliare la platea dei cittadini affetti da epatite C che possono accedere alla cura” e si è battuta perché “la contrattazione sul prezzo dei farmaci tra Aifa e case produttrici avvenga sulla base di criteri trasparenti”.

Per il futuro ritiene “fondamentale investire strutturalmente nella prevenzione sanitaria”, considerata la “via maestra per ridurre l’incidenza delle malattie. È evidente che ciò, a cascata, incide sull’ospedalizzazione e sui costi del Ssn”.

Ultimo punto “disatteso” nella scorsa legislatura “e non più rinviabile” è quello delle assunzioni. “Il nostro personale medico e infermieristico – conclude la deputata – ha necessità di rinnovarsi, in alcuni casi per ragioni anagrafiche, in altri per una cronica carenza di personale”.

 

Nicola Grimaldi, 37 anni,  è specialista in Igiene e medicina preventiva. Eletto alla Camera nel collegio di Aversa, da circa due anni è direttore sanitario in un Centro di riabilitazione nel salernitano.

“La proposta della candidatura – spiega – è nata da un bisogno personale. Ho un figlio di cinque anni e conosco il futuro che potrebbe paventarsi qualora la politica non dovesse prendere seri provvedimenti per il futuro dei giovani e dei nostri figli.

È dunque questo che mi ha spinto a presentare la mia candidatura alle parlamentarie e successivamente a sottoporre il mio curriculum all’attenzione di Luigi di Maio e del suo staff, sempre animato dalla voglia di costruire un futuro per i giovani e per l’Italia”.

Nel suo nuovo ruolo parlamentare, assicura, “non tralascerò alcuna tematica, ma sicuramente cercherò di dare il mio contributo per quanto concerne sanità e ambiente. Da direttore sanitario, conosco a fondo le dinamiche, quindi metterò le mie conoscenze in campo per il miglioramento del Servizio sanitario nazionale. Allo stesso tempo, spero vivamente di poter dare un efficace contributo alla risoluzione delle problematiche ambientali che affliggono il nostro territorio”.

 

Leda Volpi, 38 anni, livornese, si è specializzata in neurologia e ha un dottorato di ricerca in Neuroscienze.

“Mi sono occupata per molti anni di ricerca sulle malattie neuromuscolari e sulla malattia di Alzheimer all’Università di Pisa – racconta la neo deputata – . Da un anno sono dirigente medico a tempo indeterminato all’Ospedale di Sanremo”.

“Vedo tutti i giorni quanto sia difficile per un medico ospedaliero e per un infermiere portare avanti il loro lavoro in condizioni proibitive – continua la neurologa – . I tagli alla sanità e il blocco del turn-over hanno messo in ginocchio il Servizio sanitario nazionale”.

Uno dei motivi che l’hanno convinta a candidarsi è la peculiarità del contesto italiano. “È davvero preoccupante – commenta Volpi – non vorrei tra qualche anno dover dire ai miei figli ‘studiate, laureatevi e poi andatevene all’estero a cercare lavoro perché qui non c’è posto per chi vale’ ma vorrei potergli dire ‘impegnatevi perché qui potete realizzare tutti i vostri sogni’”.

La Sanità è in cima alle questioni di cui vorrebbe occuparsi.  “L’obiettivo è ridare fondi adeguati e sbloccare il turn-over, ma anche eliminare gli sprechi delle cattive gestioni”.

La neo depuata ritiene inoltre importante intervenire sulle scuole di specializzazione “sia per far fronte all’imminente carenza di medici, sia per permettere ai giovani di formarsi non solo nelle Università, ma anche negli ospedali. In questo modo avrebbero l’opportunità di conoscere più realtà e potersi poi inserire nel mondo del lavoro più facilmente, come accade in altri Paesi dell’Unione europea. Penso ad esempio alla Germania”.

Infine,  conclude Volpi, “vorremmo potenziare le reti territoriali e i percorsi di presa in carico delle malattie croniche, riducendo il divario che esiste tra Regioni, dando finalmente attuazione ai Livelli essenziali di assistenza sociale (Liveas), sanciti da una legge del 2000 ma di fatto mai realmente applicati”.

 

Per Alberto Zolezzi, 43 anni, è la seconda esperienza parlamentare. Tracciando un bilancio del suo primo mandato, il pneumologo nato a Lavagna (Genova) rivendica quanto fatto.

“La valutazione di impatto sanitario, anche se solo per grandi impianti nuovi – dice – è entrata nella normativa italiana grazie al mio emendamento al collegato ambientale alla legge di stabilità 2015″.

Anche il referto epidemiologico della popolazione, con la pubblicazione dei dati di salute con cadenza annuale “è una mia proposta – precisa il deputato – che è confluita, assieme alla proposta di legge Baroni sulla rete dei registri tumori, in un testo unico che purtroppo è stato approvato solo alla Camera“.

Fra i temi che è pronto ad affrontare nella prossima legislatura c’è quello dell’antibiotico-resistenza. “Ritengo che debba essere studiata più incisivamente, proponendo soluzioni basate sull’evidenza e senza timore di descrivere i principali contributi a questa emergenza che causa migliaia di decessi annui in Italia”. Zolezzi sottolinea che le esternalità ambientali “causano cifre enormi in termini di  danni sanitari. Una puntuale informazione dello stato di salute dei diversi territori potrà orientare alla prevenzione generale e a scelte territoriali, dalla gestione ambientale a fattori professionali e comportamentali, portando a notevoli risparmi e miglioramento della qualità di vita“.

Per il deputato M5S, l’assistenza sanitaria pubblica “ha bisogno di tornare a crescere con decisione, soprattutto in alcune aree: le liste d’attesa per le principali prestazioni sono salite del 26 per cento durante la scorsa legislatura e la spesa sanitaria privata del 8,5. È dunque necessario migliorare l’assistenza sanitaria pubblica, a partire dalla formazione, anche attraverso la creazione di nuove sedi universitarie autonome, al fine di sviluppare corsi sanitari brevi”.

Rispetto a quanto fatto negli ultimi 5 anni “deve essere revisionata la politica del gioco d’azzardo, il cui raccolto è salito a oltre 100 miliardi senza considerare il nero. A nostro parere – dice Zolezzi – la pubblicità deve essere totalmente vietata perché l’azzardopatia è una piaga socio sanitaria e come tale va trattata”. Il parlamentare ritiene necessario rivedere anche la normativa sugli ordini professionali.

 

 

Interviste di Maria Chiara Furlò e Silvia Gasparetto