Da uno scarabocchio all’opera d’arte

Tra paesaggi dai colori stupefacenti e ritratti di un quotidiano inusuale si esprime l’arte del dottor Silvio Natali. Il medico maceratese, che ha all’attivo decine di mostre personali in Italia e all’estero, esporrà dal prossimo primo maggio fino al tre giugno al Lucca Museum.

“Fu mia madre a metterci i pennelli in mano. Mio fratello e io avremo avuto solo 5 o 6 anni. Lei era la vera artista della famiglia. Il suo cognome era Barbieri e diceva di discendere da Giovanni Francesco Barbieri, più famoso con il nome di Guercino, uno degli artisti più rappresentativi della fase matura del barocco”.

Questa è solo una delle sorprese che il dottor Silvio Natali regala quando inizia a parlare di arte. Nato nel 1943 in provincia di Macerata, a Corridonia, oltre a esercitare per tutta una vita come medico, ha coltivato parallelamente il suo amore per la pittura.

“La mia professione di medico mi ha dato davvero soddisfazioni preziose – racconta – e credo di aver lasciato un buon ricordo. Quando incontro i pazienti per strada ancora oggi mi dimostrano tanto affetto”.

Iniziata l’Università a Perugia, il dottor Natali si è poi laureato a Bologna in Medicina e Chirurgia. In seguito ha conseguito due specializzazioni: Dermatologia e Medicina del Lavoro.

“Oltre a lavorare all’Ospedale di Macerata ho fatto anche il medico di famiglia dal ’74 all’82.  Avevo 2.200 pazienti. Poi però è stata introdotta la legge che imponeva un tetto massimo di iscritti. Si chiedeva al medico di scegliere chi curare e chi eliminare dalla lista. Io però ero talmente affezionato a tutti i miei pazienti che non me la sono sentita. Ho smesso di fare il medico di base e sono passato a tempo pieno in ospedale”.

Un’empatia che il dottor Natali trasmette anche con le sue opere, diventate un mezzo per comunicare con il mondo. “Nel corso della mia vita ho sempre trovato spazio per l’arte. Per tanti anni ho solo disegnato poi mi sono appassionato alla pittura a olio. Fino a che uno dei più importanti critici di Macerata mi ha spronato a esporre le mie opere.

A quel punto sono passato all’acrilico che ancora oggi permette di esprimermi con grande libertà”.
La prima mostra personale si tiene nel 1997 a Palazzo Massari di Ferrara e segna l’inizio definitivo di una carriera contraddistinta da decine di altre esposizioni sia in Italia che all’estero.

“Ormai queste sono le mie vacanze: viaggio per presentare i miei quadri – sottolinea il dottor Natali – prima partivano solo le mie opere. Poi ho iniziato a esporre a livello internazionale e a seguire il mio lavoro come ad esempio nel 2012 a New York, poi Parigi, Madrid, Londra e Berlino”.

Con un tratto originale e un ventaglio di colori sorprendenti Silvio Natali ci offre un nuovo poetico sguardo sul mondo. Ci conduce nei paesaggi armoniosi delle colline dell’opera “Momenti di cielo” oppure nelle tonalità di rosa del quadro “Schermo panoramico”.

In “Cina 1608, l’amico Li Madou” invece, Natali ci porta verso Oriente in un’opera dedicata alla figura del gesuita maceratese Padre Matteo Ricci (1558 – 1610) realizzata nella ricorrenza dei 400 anni dalla scomparsa: “Con questo quadro – precisa il dottor Natali –  ho voluto rappresentare padre Matteo Ricci mentre insegna contornato da tutti i suoi discepoli.

Nei suoi occhi si legge forse un momento di nostalgia ripensando al proprio Paese. Il missionario infatti era stato accolto dalle autorità cinesi e autorizzato a diffondere il proprio sapere, ma non poté mai più far ritorno in Europa”.

Ogni tela è accompagnata da titoli ricercati che il dottor Natali richiede anche di tradurre nel corso delle mostre personali all’estero: “I titoli sono per me di fondamentale importanza. Perché oltre a dipingere io cerco sempre di raccontare”.

Anche la tecnica artistica è originale, perché parte sempre dalla materia naturale: “Non inizio mai una tela sapendo già il soggetto che voglio rappresentare. Mi faccio guidare dalla fantasia. Inizio con dei colpi di pennello e poi giro la tela da una parte o dall’altra finché non mi suscita qualcosa. Insomma è la tela stessa a guidarmi. Si tratta di scarabocchi che poi si trasformano sotto i miei occhi”.

Accompagnato sempre dalla musica, con l’immensa collezione di colonne sonore cinematografiche, il dottor Silvio Natali dipinge con passione dal suo atelier di Corridonia: “Sono stato fortunato nella mia vita perché mi sono dedicato a professioni che ho amato moltissimo, il medico e ora l’artista. Non mi ispiro a nessuno e la cosa più bella che mi hanno detto diversi critici è che se c’è una mostra collettiva, un mio quadro viene immediatamente riconosciuto. È questo il complimento più grande”.

di Cristina Artoni