Corso di laurea in medicina chiuso dopo 8 giorni

Poco più di una settimana. Tanto è durata la breve vita del corso di laurea in Medicina a Taranto. L’Università di Bari lo aveva aperto a metà ottobre nella sede distaccata, per poi sospenderlo prima della fine del mese.

E nonostante le rassicurazioni arrivate dal Miur e dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Mario Turco, le lezioni non sono ancora riprese.

Sulle motivazioni che hanno spinto l’Ateneo barese a chiudere in fretta e furia il nuovo corso universitario si sono susseguite diverse spiegazioni. Prima si è parlato di una carenza di studenti tarantini.

Su 55 iscritti (rispetto a una disponibilità massima di 60 posti) sarebbero stati, infatti, solo 4 i giovani provenienti dal capoluogo jonico.

E questo, sin dall’inizio delle lezioni, avrebbe scatenato le lamentele degli studenti baresi e degli altri giovani provenienti prevalentemente da fuori provincia, costretti a recarsi a Taranto.

Poi, il rettore dell’Università di Bari, Stefano Bronzini, ha spiegato che lo stop al corso è arrivato per il mancato accreditamento da parte del Ministero, che per questo ha chiesto espressamente all’Ateneo barese di fermare le lezioni.

Lo stesso Miur, però, dopo una riunione tenutasi a Roma lo scorso 30 ottobre, ha invece comunicato con una nota che “non vi sono ostacoli all’avvio delle attività didattiche del corso di Medicina dell’Università di Bari nelle aule della sede di Taranto”.

La volontà comune, emersa nel corso della riunione a cui hanno preso parte, tra gli altri, gli assessori della Regione Puglia al Lavoro e Diritto allo Studio, Sebastiano Leo, e allo Sviluppo Economico, Cosimo Borraccino, il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, e il rettore Bronzini, è quella – conclude la nota – “di consolidare sul territorio tarantino la presenza dell’istituzione universitaria e favorire lo sviluppo di nuove professionalità”.

SCHIAFFO

Sul ripensamento dell’Ateneo barese si è espresso sin dall’inizio molto duramente il presidente dell’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri di Taranto, Cosimo Nume, definendolo “così sconcertante da rendere perfino difficile contenere i commenti entro i limiti del doveroso garbo istituzionale”.

Il presidente Nume ha ricordato che da oltre un decennio, nelle numerosi interlocuzioni con il rettorato, l’Ordine propone di avviare un percorso formativo partendo almeno dalle scuole di specializzazione attinenti alle necessità del territorio (ad esempio oncologia, pneumologia e medicina del lavoro).

La decisione di chiudere improvvisamente l’appena partito corso di laurea in medicina è “un ennesimo schiaffo alla città – conclude Nume – e trasforma la tragedia che Taranto vive da decenni in una farsa che vede sul palcoscenico questa volta come attori tutti i pugliesi, mentre spettatori rimangono sempre e comunque i tarantini”.

Maria Chiara Furlò