Ballando su ‘I binari del tram’

Due medici, un’infermiera e il vicino di casa di Tony Renis. Sono in giro da quasi trent’anni,cantano in dialetto milanese e si sentono “portatori sani di allegria”. Sempre pronti anche quando c’è da fare qualche serata gratuita nelle residenze per anziani

Da sinistra: Gaetano Marchese, Carlo Mappelli, Antonella Morbi, Flavio Trombetta

Da sinistra: Gaetano Marchese, Carlo Mappelli, Antonella Morbi, Flavio Trombetta


“Una delle prime cose che si notano a Milano sono i binari e i caratteristici tram che la attraversano in lungo e largo. E allora, quando circa trenta anni fa, abbiamo deciso, con alcuni amici di formare un gruppo musicale, il nome è venuto spontaneo: ‘I Binari del Tram’ “, racconta Flavio Trombetta, medico di base che nel capoluogo lombardo ha fatto l’università. Il gruppo scrive, canta e suona rigorosamente in dialetto milanese, sia i brani originali sia le cover richieste dal pubblico, che all’occorrenza vengono tradotte dall’italiano.

“Dopo quasi 30 anni – continua Trombetta – ancora giriamo per feste e sagre paesane a divertirci. La band, oggi, è composta da due medici generici, io alla tastiera e Carlo Mappelli, conosciuto a un corso di aggiornamento medico, al sax. La voce è di un’infermiera, Antonella Morbi. Alla chitarra c’è Gaetano Marchese, professionista in pensione e leader storico del gruppo. Fu lui a darci l’idea, consigliato dal suo amico e vicino di casa Tony Renis”.

“Le soddisfazioni più grandi arrivano durante i concerti gratuiti nelle residenze assistenziali per anziani”

Da sempre ‘I Binari del Tram’ sono affascinati dalla vecchia scuola dei cantautori milanesi: “Gaber, Jannacci, senza dimenticare mai il mitico maestro Giovanni D’Anzi, autore della storica canzone ‘Madonina’, che ho avuto l’onore di conoscere durante un festival musicale a Cavallermaggiore sul Po”, dice Trombetta.“La nostra terra – prosegue il medico comasco che lavora a Monguzzo – rappresenta il dna essenziale delle nostre canzoni anche se, ovviamente, siamo fieri di essere italiani”.

Un pezzo del 2007 dei Binari del Tram, ‘Rimani’, è stato interpretato dal cantante Enrico Musiani (quello di ‘Lauretta Mia’) e ha ottenuto un discreto successo su Youtube. Nel 2014 il gruppo ha realizzato un mini cd, ora in vendita anche su Itunes, e intitolato ‘Mettiti’. I componenti della band sono spesso ospiti su Antenna 3, canale televisivo fra i più importanti in Lombardia. Sono quegli studi a far assaporare loro i quindici minuti di celebrità: “Lì abbiamo conosciuto anche il colonnello Giuliacci, celebre meteorologo televisivo e nostro fan ormai da anni. Lui ci regala i suoi libri e noi lo ospitiamo dalle nostre parti dove ascolta buona musica e fa scorte di ottimo vino”.

“Facciamo anche del cabaret e ci divertiamo a suonare musica con frutta e oggetti”

Le soddisfazioni più grandi però, racconta Trombetta, arrivano durante i concerti gratuiti nelle residenze assistenziali per anziani: “Una vera sorpresa, sale piene di gente pronta a cantare e ballare insieme a noi. C’è una voglia e una gioia di vivere che ti coinvolge e non può non contagiarti. L’ultimo dell’anno, pur di festeggiare nella Rsa di Arosio, in provincia di Como, abbiamo rinunciato a un’altra serata che ci avrebbe portato un discreto guadagno. Ecco perché mia moglie, medico anche lei, non smette mai di prendermi in giro ripetendomi proverbi del tipo ‘Pescatori, cacciatori e suonatori non han mai fatto soldi’. Ma va bene così, ci mancherebbe”.

Nei concerti dei Binari del Tram c’è, però, dell’altro: cantano“Facciamo anche del cabaret e ci divertiamo a suonare musica con frutta e oggetti. Nelle nostre serate non è difficile vedere qualcuno di noi suonare una zucchina a mo’ di flauto o il ‘resegone’ (che in dialetto lombardo significa grossa sega, ndr) come un violino. Gli applausi testimoniano il gradimento del pubblico. Noi, per dirla con termini medici, siamo portatori sani di allegria”.

Infine un moto di orgoglio professionale: “Sia ben chiaro: sono e sarò sempre un medico, ma la musica mi aiuta a vivere meglio con me stesso e con gli altri. Le racconto un aneddoto: quando è morta mia madre mio figlio ha visto che cominciavo a suonare e, stupito, mi ha chiesto cosa stessi facendo. Gli ho risposto che, per me,

suonare è anche pregare e, spesso, la musica aiuta a combattere il dolore”. Neanche il tempo di finire l’intervista e la moglie lo ‘rimprovera’ in dialetto dicendo: “ Ufe-leè fa’ ul tuo mestee!!! (ognuno deve fare il proprio mestiere)”.

Marco Vestri

@FondazioneEnpam