Approvato il nuovo codice deontologico

La Federazione dei medici e degli odontoiatri vara il nuovo codice. Tra gli aspetti innovativi gli articoli sulla medicina ‘potenziativa’, l’informatica applicata alla sanità e la medicina militare

Il Consiglio nazionale della Fnomceo ha approvato il nuovo codice deontologico dei medici e degli odontoiatri. Il testo prevede 79 articoli più le disposizioni finali con le quali gli Ordini recepiscono il nuovo codice, ne garantiscono il rispetto, si impegnano a renderlo noto agli iscritti e a svolgere attività formative e di aggiornamento in materia di etica e di deontologia medica.

Tra le principali novità (la precedente stesura era del 2006) ci sono la medicina potenziativa (art. 76) volta non a curare ma a migliorare lo stato di benessere, l’articolo sulla medicina militare (art. 77) condiviso con il ministero della Difesa, l’applicazione delle tecnologie informatiche alla sanità (art. 78) con le possibilità di cura e assistenza a distanza e la partecipazione del medico alle organizzazioni sanitarie (art. 79).

Questi articoli, insieme a quelli che definiscono le competenze del medico (artt. 3 e 13), hanno ottenuto una larga approvazione, mentre l’unanimità si è raggiunta sull’articolo 67 relativo alla lotta all’abusivismo.

Al nuovo codice deontologico sono allegati quattro documenti relativi al Giuramento di Ippocrate, al conflitto di interessi, alla sperimentazione e all’Information and communication technologies (Itc). I quattro testi ver­ran­no esa­­mi­nati e votati a giugno e quest’ultimo passaggio darà piena operatività al codice.

Secondo il segretario della Federazione dei medici Luigi Conte “è stata fat­ta una gran­de operazione di ammodernamento del codice per rispondere alle nuove esigenze che vengono dai cittadini. Per fare questo è stata svolta un’opera di coinvolgimento di tutti gli Ordini e delle associazioni come non si era verificato prima.

Di conseguenza si è giunti a una sintesi di tutte le istanze che è stata approvata dalla larga maggioranza dei presidenti degli Ordini dei medici e degli odontoiatri”. Per la presidente della consulta deontologica Roberta Chersevani, poi, il nuovo codice deontologico “è un testo utile da tenere sul tavolo per essere consultato ogni volta che se ne senta la necessità”.

(di Carlo Ciocci)

Il commento

di Amedeo Bianco (presidente Fnomceo)

biancoIl nuovo codice deontologico è il frutto di un lavoro lungo e partecipato, che ha dato spazio a tutti.

Contiene articoli completamente nuovi, attinenti ad argomenti che nel nostro Paese rappresentano le nuove frontiere della medicina: penso alla medicina potenziativa, penso al ruolo dell’information and comunication tecnology, penso alla medicina preventiva che ha una diagnostica probabilistica, penso ai farmaci off-label, penso alle tematiche relative al fine vita dove il consenso è di una persona incapace, penso alle terapie compassionevoli, penso alla sanità militare che era rimasta un angolo oscuro nonostante che in divisa ci sono oltre duemila medici iscritti agli Albi che, in determinati contesti, vivono con difficoltà il rispetto del codice deontologico.

Credo che una riflessione più meditata sul testo finale possa consentire a chi ha dissentito, se il proprio giudizio non è un pre-giudizio, di rivedere la posizione e affrontare questa innovazione da protagonisti responsabili.

Il  commento

di Giuseppe Renzo (presidente Cao)

Il nuovo codice si rivolge con la giusta attenzione al mondo della libera professione, non solo dal punto di vista delle regole etiche, ma anche dal punto di vista funzionale.

Ci sono dei punti che per gli odontoiatri sono particolarmente importanti; quello, ad esempio, che fa riferimento all’unico articolo approvato all’unanimità relativo all’esercizio abusivo della professione.

Per la prima volta si dice che il professionista che si macchia di comparaggio non può più addurre la scusante di non essersi accorto di nulla: viene cioè sottolineata la mancanza di vigilanza sui comportamenti di altri. Altro argomento rilevante: l’articolo 69, nell’ambito delle responsabilità del direttore sanitario nelle strutture pubbliche o private, prevede che il medico deve essere in possesso dei titoli previsti dall’ordinamento per l’esercizio della professione ed essere adeguatamente supportato per le competenze relative ad entrambe le professioni – medica e odontoiatrica – in relazione alla presenza delle stesse nella struttura.