Programma del convegno istituzionale

Welfare, investimenti e riforma del sistema di controllo per le Casse sono stati i temi principali affrontati nel corso del convegno organizzato dall’Enpam in occasione degli 80 anni dalla fondazione dell’Ente previdenziale. Un percorso che ha raccontato le sfide a cui è chiamato il sistema pensionistico dei professionisti nei prossimi anni, con scelte ormai improrogabili che chiamano necessariamente in causa la politica.

 
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Il primo punto analizzato è stato quello dell’impossibilità per le Casse di attingere al patrimonio per migliorare il welfare dei propri iscritti o fare fronte a periodi di criticità, in quanto la legge prevede che contributi raccolti e rendimenti finanziari debbano essere sempre superiori alle prestazioni pensionistiche erogate.

Un errore sostanziale” lo ha definito l’attuaria Micaela Gelera, secondo cui questa scelta ha avuto un effetto negativo per i più giovani. “Si è trattato di una decisione che ha riversato sulle future generazioni oneri previdenziali eccessivi. Il senso di accumulare un patrimonio tramite contributi stratificati è proprio quelli di evitare che vengano attribuiti ai lavoratori del futuro dei costi che non sono a loro imputabili: esattamente quello che accadrà proseguendo su questa strada”.

Al contrario, il risparmio messo da parte dai professionisti potrebbe essere usato per facilitare l’ingresso del mondo del lavoro dei giovani, che con i loro contributi pagheranno le pensioni di chi oggi è in attività. “Abbiamo 15mila laureati in medicina che non riescono a entrare nel Ssn perché non hanno la specializzazione – ha spiegato Giampiero Malagnino, vice presidente vicario di Enpam – e senza nuovi ingressi l’età media di chi oggi è nel sistema è molto alta. Perché non posso fare leva sui miei risparmi previdenziali per pagare le borse di studio di questi colleghi, a patto che lo Stato poi li assuma? In questo modo, rilanciando la sanità, contribuirei a rilanciare il Paese”.
 

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La seconda parte del convegno ha approfondito nel dettaglio come viene investito questo patrimonio, caratterizzato da una forte componente obbligazionaria. “Si tratta di titoli che il mercato percepisce come molto sicuri, grazie all’intervento della Banca centrale europea, ma che al tempo stesso non offrono grandi rendimenti – ha sottolineato Eugenio Occorsio, giornalista economico di Repubblica -. A questo punto vale la pena di porsi la domanda: che senso ha tenere un patrimonio fermo in qualcosa che non rende?”.

Una provocazione a cui Domenico Pimpinella, direttore generale di Enpam, ha risposto sottolineando la necessità di garantire sicurezza, a partire proprio dalla scelta degli investimenti. “L’obiettivo di questo patrimonio è essere da una parte garanzia del patto generazionale, dall’altro fonte di redditività – ha detto Pimpinella -. Le nostre scelte per questo motivo non tengono conto solo del rendimento: il nostro patrimonio, più che rendimenti stratosferici, deve poter garantire flussi di cassa certi“.

 

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La questione dei controlli ha infine animato la parte conclusiva del dibattito. “Le Casse sono sottoposte a un sistema burocratico ottocentesco, qualcosa che neanche la pubblica amministrazione applica più” ha detto l’avvocato Angelo Piazza, ricordando che le Casse hanno bisogno di un’approvazione preventiva ministeriale prima che le loro decisioni diventino effettive. “Non possiamo pensare che soggetti privati chiamati a scelte economiche e finanziarie delicatissime possano essere vincolati a regole che si sono dimostrate inefficienti anche per le amministrazioni pubbliche“.

Lello Di Gioia, presidente della Commissione parlamentare di controllo sugli enti previdenziali, ha difeso la politica dall’accusa di essere responsabile della situazione attuale. “Nell’applicazione delle leggi c’è una contraddizione tra i vari ministeri: è la burocrazia che determina delle disfunzioni, quando tende a definire lei stessa rapporti di potere sulle Casse. Da parte nostra abbiamo presentato una proposta di legge che partiva dall’assunto secondo cui le Casse sono private”.

Alberto Oliveti, presidente di Enpam, raccogliendo le indicazioni emerse durante il convegno ha quindi concluso i lavori. “Abbiamo un’autonomia limitata, una fiscalità che ci penalizza rispetto agli altri paesi europei e un sistema di vigilanza complesso dovuto a una definizione ibrida delle Casse, che una volta vengono considerate pubbliche e una volta private. Chiediamo autonomia per essere responsabilizzati sugli esiti: ci si misuri, siamo pronti a risponderne. Abbiamo bisogno di modernizzazione e semplificazione, non solo nella struttura dei controlli. Ed è necessaria una defiscalizzazione, perché ogni professionista potrà scegliere un domicilio previdenziale in tutta Europa, e le Casse italiane devono potere competere ad armi pari”.

 

Il programma del convegno

Introduzione di Alberto Oliveti, Presidente Enpam

Conduce: Francesco Giorgino, giornalista Tg1

Il paradosso di un patrimonio bloccato
Intervengono Micaela Gelera, attuario e Giampiero Malagnino, Vicepresidente vicario Enpam

Regolare gli investimenti per sostenere i professionisti
Intervengono Eugenio Occorsio, giornalista economico e Domenico Pimpinella, Direttore generale Enpam

Controlli snelli per un welfare più adatto alle esigenze
Intervengono Angelo Piazza, giurista e Alberto Oliveti, Presidente Enpam

 

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