IL PERCHE'
DEL CONSENSO INFORMATO IN MEDICINA
Parere
del Comitato Italiano di Bioetica: Informazione e consenso nell'Atto medico
Il
Comitato Nazionale di Bioetica ritiene che il consenso informato costituisce
- legittimazione
e fondamento dell'atto medico
- strumento
per realizzare l’alleanza terapeutica nell'ambito delle leggi e
dei codici deontologici, nonché la piena umanizzazione dei
rapporti fra medico e paziente, a cui aspira la società attuale.
Pertanto,
sotto il profilo etico:
- In
caso di malattie importanti e di procedimenti diagnostici e terapeutici
prolungati il rapporto curante-paziente non può essere limitato
ad un unico, fugace incontro.
- Il
curante deve possedere sufficienti doti di psicologia tali da consentirgli
di comprendere la personalità del paziente e la sua situazione
ambientale, per regolare su tali basi il proprio comportamento nel fornire
le informazioni.
- Le
informazioni, se rivestono carattere tale da poter procurare preoccupazioni
e sofferenze particolari al paziente, dovranno essere fornite con circospezione,
usando terminologie non traumatizzanti e sempre corredate da elementi
atti a lasciare allo stesso la speranza di una, anche se difficile, possibilità
di successo.
- Le
informazioni relative al programma diagnostico e terapeutico dovranno
essere veritiere e complete, ma limitate a quegli elementi che cultura
e condizione psicologica del paziente sono in grado di recepire ed accettare,
evitando esasperate precisazioni di dati ( percentuali esatte -oltretutto
difficilmente definibili- di complicanze, di mortalità, insuccessi
funzionali) che interessano gli aspetti scientifici del trattamento. In
ogni caso, il paziente dovrà essere messo in grado di esercitare
correttamente i suoi diritti, e quindi formarsi una volontà che
sia effettivamente tale, rispetto alle svolte e alle alternative che gli
vengono proposte.
- La
responsabilità di informare il paziente grava sul Direttore di
struttura complessa (ex Primario), nella struttura pubblica, ed in ogni
caso su chi ha il compito di eseguire o di coordinare procedimenti diagnostici
e terapeutici.
- La
richiesta dei familiari di fornire al paziente informazioni non veritiere,
non è vincolante. Il medico ha il dovere di dare al malato le informazioni
necessarie per affrontare responsabilmente la realtà, ma attenendosi
ai criteri di prudenza, soprattutto nella terminologia, già enunciati.