Van Gogh sul baratro della follia

Autoritratto con l'orecchio bendato, detto anche 'L'uomo con la pipa'Schermata-2016-08-30-alle-17.12.05Una mostra al Van Gogh Museum di Amsterdam cerca ora di far luce sulla condizione psicologica del grande pittore, mentre un convegno medico e un successivo simposio pubblico a margine dell’esposizione, in programma rispettivamente il 14 e il 15 settembre, proveranno a formulare una diagnosi attendibile riguardo la reale natura della sua patologia.

Un giudizio difficile in assenza di esami clinici, basato sulle testimonianze del pittore, degli amici e dei medici che lo ebbero in cura. La diagnosi di epilessia formulata all’epoca, in particolare dagli ospedali psichiatrici di Arles e di Saint-Rémy nei quali venne ricoverato, è oggi messa in discussione. Le lettere aiutano a tracciare una cronologia patologica.

campo di grano con corviSin dal 1885 l’artista descrive disturbi fisici, sovente dovuti alla malnutrizione e all’eccesso di alcol. Non bisogna sottovalutare poi la predisposizione ereditaria, visto che la sorella Wihllelmine trascorse gran parte della sua vita in manicomio, mentre il fratello Cornelious si suicidò nel 1900. L’abuso di assenzio potrebbe essere all’origine dei deliri e delle allucinazioni descritte da Van Gogh, e in particolare del noto episodio di autolesionismo durante il quale l’artista giunse a recidersi un orecchio.

Radici di alberiQualunque sia stata la natura del malessere che Van Gogh espresse

nel corso della sua vita, egli dimostra anche una ferrea volontà di introspezione, un lucido e disperato tentativo di comprendere l’eccezionalità della propria condizione. Lo scrittore Antonin Artaud, nel suo ‘Van Gogh il suicidato della società’, sostiene la tesi secondo la quale l’artista fu vittima della progressiva marginalità nella quale la società stessa volle relegarlo.

Il giardino del manicomioSecondo lo psichiatra tedesco Karl Jaspers l’esordio dei disturbi, da lui descritti come schizofrenia, si può individuare nei mesi immediatamente precedenti questo inusitato scoppio di violenza, e quindi fra la fine del 1887 e il 1888.

È sempre Artaud a porre l’accento sulle straordinarie capacità di analisi interiore espresse da Van Gogh negli autoritratti. “Non conosco un solo psichiatra che saprebbe scrutare il volto di un uomo con una forza tanto schiacciante”.

Forse in queste parole c’è tutta la grandezza di un artista che seppe spingersi tanto a fondo nel baratro della propria coscienza da non riuscire più a tornare indietro.

di Riccardo Cenci