Una vita per la psichiatria

Studi pioneristici sulla schizofrenia, nuove terapie, oltre cento opere pubblicate. Una lunga carriera con il solo obiettivo di assistere e aiutare gli altri

08-dormeaAntonio D’Ormea, nato il 26 settembre 1873 a Budrio e laureatosi nel 1898 in Medicina e chirurgia all’Università di Bologna, ha condotto studi pionieristici sulla schizofrenia, inventato una terapia che ha preso il suo nome e pubblicato oltre 100 opere, affiancate da una enorme quantità di articoli, che lo ritraggono come uno dei primi giornalisti scientifici d’Italia. I rapporti tra psichiatria e giurisprudenza sono stati indagati con costanza dall’illustre medico che si è proposto come uno dei primi veri e propri esperti in materia. Quando in Italia vennero promulgate le leggi razziali, D’Ormea ne rimase disgustato e non appena se ne impose la necessità decise di nascondere ebrei e persone perseguitate dai nazisti e dai fascisti all’interno dell’ospedale psichiatrico di Siena, riuscendo a farli credere folli e salvando, così, moltissime vite umane.

Un ulteriore aspetto da ricordare è quello che lega Antonio D’Ormea alla prima Guerra Mondiale, vissuta in prima linea come medico volontario. Durante il conflitto ha ricoperto gli incarichi di direttore di molti ospedali militari e si trovò a dover fare i conti con un mutamento radicale, che porterà all’analisi di forme di follia non più determinate da caratteristiche innate, ma direttamente legate ad una condizione ambientale davvero insopportabile. D’Ormea, che lavorò negli istituti psichiatrici di Ferrara, Venezia, Udine, dirigendo quelli di Pesaro e Siena, ha contribuito in modo determinante al riconoscimento della terapia ai fini della cura degli assistiti psichiatrici, favorendo l’abbandono dei manicomi, strutture assistenziali retrograde e non rispettose della dignità umana.

12-copertina-libro-dormeaUn libro e una mostra dedicati ad Antonio D’Ormea

Leonardo Arrighi è autore del libro ‘Antonio D’Ormea, la volontà di indagare la mente’ (Edizioni Aspasia, Bologna, 144 pagine). Il libro è stato patrocinato dalla Società medico chirurgica di Bologna, dal Comune di Budrio e dalla Pro loco di Budrio. Nel volume è raccolta la storia di Antonio D’Ormea, inserita all’interno dell’evoluzione della psichiatria ed affiancata dalle vicende umane del padre Sebastiano, del maestro Augusto Murri, dell’amico Benedetto Schiassi e del predecessore Carlo Livi. Arrighi ha anche curato una mostra dedicata ad Antonio D’Ormea che è stata inaugurata lo scorso aprile a Budrio.

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