Terremoto, torna la paura

A fine ottobre due nuovi gravi eventi sismici con epicentro in provincia di Macerata e Perugia si sono abbattuti sull’Italia centrale. Le testimonianze di medici e odontoiatri colpiti dal sisma

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Earthquake: civic tower in NorciaA poco più di due mesi dal sisma che il 24 agosto ha devastato l’Italia centrale e fatto quasi 300 morti, la terra è tornata a tremare. Il 26 ottobre due scosse di magnitudo 5,4 e 5,9 sono state registrata nel comune di Castelsantangelo sul Nera (provincia di Macerata) e in quello di Ussita provocando numerosi crolli e diversi feriti lievi.

Quattro giorni dopo, il 30 ottobre, gli abitanti di Norcia (Perugia) sono stati svegliati da una scossa di terremoto di grado 6,5 della scala Richter avvertita da Bari a Bolzano.

I feriti sono stati una ventina e anche in questo caso sono crollati numerosi edifici. Al momento sono quasi 32mila le persone assistite dalla Protezione civile, fra Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo.

“Il miracolo di San Benedetto e di Santa Rita”

ferdinando-giancolaNorcia – “La sera del 26 ottobre eravamo con altri colleghi alla Asl di Norcia per la riunione mensile. Mentre lo psicologo parlava di ‘disturbi post traumatici da terremoto’, abbiamo sentito una scossa fortissima: è scoppiato il parapiglia, tremava tutto, cascavano calcinacci. Io mi sono rifugiato sotto un tavolo.

Da allora vivo lo stress da terremoto: nessuno è immune, impossibile non avere paura”.

Per Ferdinando Giancola, 62 anni medico di medicina generale a Norcia, “San Benedetto e Santa Rita hanno fatto un miracolo: dopo scosse così forti, neanche una vittima”. Per due notti ha dormito in auto, al freddo. Il suo studio medico è integro, ma non vi si può accedere dopo il crollo di una chiesa accanto.

Con alcuni colleghi, Giancola ha organizzato un’attività di “medicina di gruppo estemporanea”: visitano, a rotazione, i pazienti comuni in un’ambulanza. In attesa che nel campo di calcio antistante vengano predisposti moduli con spazi adeguati per le visite e una sala d’attesa al coperto.

“La mia casa antisismica, ora inagibile”

casa-taccalitiMacerata – Massimiliano Taccaliti, medico di medicina generale di 47 anni di Sant’Angelo in Pontano, in provincia di Macerata. Con moglie e due figli viveva in un appartamento costruito dieci anni fa con criteri antisismici.

Nonostante ciò l’edificio ha subito i primi danni già dopo la scossa del 24 agosto. “Ero in vacanza a una quarantina di chilometri da casa – racconta Taccaliti – mi hanno chiamato i condomini per dirmi che il terremoto aveva lesionato il palazzo. Siamo stati subito evacuati. Da allora viviamo dai miei suoceri, in una casa molto più vecchia ma sicuramente più resistente”.

Secondo costruttore e ingegneri l’edificio ha reagito bene al terremoto, registrando ‘solo’ lesioni a tramezzi interni e rivestimenti esterni. Ma tant’è: casa Taccaliti risulta ancora inagibile e per entrare a prendere l’essenziale ci vogliono i Vigili del fuoco.

Senza casa, il futuro nello sguardo della nipotina appena nata

valentino_carianiCascia – Valentino Cariani, 62 anni di Cascia (Perugia), è anestesista, cardiologo, angiologo e medico dello sport. Ma soprattutto, da quindici giorni è anche nonno: la sua nipotina infatti è nata una settimana prima del terremoto del 26 ottobre e ora vive insieme ai genitori in una casetta di legno di 30 metri quadri.

Il dottor Valentino invece, dal 24 agosto vive con sua moglie in un camper a tre chilometri dall’antica palazzina in cui abitava, ora seriamente danneggiata. Anche l’ospedale della città è inagibile e con i colleghi, Cariani si sta organizzando con ambulatori mobili.

“Siamo ancora in una fase critica: abbiamo gli strumenti ma ci mancano rete e luce elettrica. Guardiamo avanti. Siamo abituati a convivere con il terremoto, questa volta però è stato davvero forte. Io non me ne vado, questa è la mia terra. Ho provato a convincere i miei figli a spostarsi, ma anche loro vogliono restare qui”.

Lo studio in ‘zona rossa’, a Camerino: va lo stesso in città, tutti i giorni

carlo-fattoriCamerino – Carlo Fattori, odontoiatra, 52 anni, vive a Macerata ma ha lo studio proprio nel cuore di Camerino. Dal 26 ottobre tutto il centro storico della città è ‘zona rossa’, inaccessibile. L’edificio in cui si trova il suo studio, è stato dichiarato inagibile già subito dopo la scossa di terremoto del 24 agosto.

“Ero in ferie dal 20 agosto – racconta Fattori – quando sono rientrato mi son trovato senza studio. Da allora non ho più potuto lavorare. Con i miei due soci stiamo cercando di organizzare una soluzione sostitutiva, magari fuori dalle mura della città, ma non è facile capire quali edifici sono disponibili. Non ci sono certezze: bisogna prima individuare le zone adatte e poi urbanizzarle. Nell’attesa di riuscire a recuperare almeno le mie attrezzature, continuo a venire a Camerino tutti i giorni, parlo con i pazienti cerco di riorganizzarmi. Mi fa bene stare qui, lo faccio da 25 anni e qui voglio restare”.

I MEDICI DI MEDICINA PENDOLARE

foto ANSA

Amandola – “Le scosse del 24 agosto si erano portate via metà ospedale, ma la parte rimasta agibile l’avevamo messa a disposizione per visite specialistiche e vaccinazioni. Oggi, per ragioni di sicurezza, l’edificio è stato evacuato completamente” .

Franco rossi, coordinatore della medicina di gruppo di Amandola (Fermo-Macerata), racconta come l’emergenza abbia costretto lui e i colleghi a trasformarsi in medici-pendolari per continuare ad assistere i 22 pazienti ospiti della rsa, trasferiti sul litorale a seguito dei crolli.

“Ora – dice Rossi – anche la medicina di gruppo opera in un container. Uno spazio di venti metri in cui i medici di famiglia a turno lavorano mezza giornata assistendo tutti i pazienti del paese”.

@FondazioneEnpam