Specialisti esterni, la gestione torna positiva

Gli specialisti esterni tornano a sorridere.

Il saldo della gestione previdenziale è stato positivo per 4,2 milioni di euro.

Questa prima buona notizia, che emerge dal bilancio consuntivo 2017 della Fondazione Enpam, si aggiunge alla seconda, strettamente connessa, che arriva da un nuovo pronunciamento favorevole della Corte di Cassazione

La sentenza, datata martedì 8 maggio, conferma ancora una volta come il contributo del 2 per cento dovuto dalle società accreditate con il Ssn vada calcolato sul fatturato, e non sulla retribuzione corrisposta a medici e odontoiatri.

I due eventi sono correlati perché il risultato positivo del 2017 per la gestione specialistica esterna si deve soprattutto all’attività di recupero dell’Enpam nei confronti delle società accreditate.

Mentre i contributi ordinari degli iscritti si sono attestati poco sopra i 12 milioni di euro, le entrate registrate dalle società di capitali che operano in regime di accreditamento con il Ssn sono state di 38,6 milioni. Di questi, 24,4 milioni sono contributi relativi ad anni precedenti.

Nel caso della sentenza dell’8 maggio, la Corte ha accolto il ricorso della Fondazione nei confronti di una casa di cura privata di Sassari, rilevando che il contributo del 2 per cento “ha come base di calcolo il fatturato annuo attinente a prestazioni specialistiche rese per il Ssn, ed effettuate con l’apporto di medici o odontoiatri” impiegati come collaboratori libero professionali.

PIÙ MEDICI BENEFICIATI
L’interpretazione della magistratura pare ormai consolidata, e viene recepita in maniera sempre più estesa dalle stesse società accreditate. Tanto che anche  il dato a regime lo scorso anno ha registrato un deciso impulso: nel 2017 le società professionali che hanno ottemperato all’obbligo del versamento contributivo hanno fornito gli elenchi con i nominativi di 11.755 specialisti, per un incremento di oltre il 45 per cento rispetto all’anno precedente, quando i medici coinvolti erano stati 8.095.

Il risultato è dovuto alla stipula del Protocollo d’intesa siglato dalla Fondazione con le principali associazioni di categoria. In questo modo è stato possibile riportare le società ad un corretto rapporto previdenziale con l’Ente, agevolando quelle che hanno regolarizzato tempestivamente la propria posizione. Il numero di società che hanno versato contributi è infatti salito nel 2017 a 1.664, con un incremento di oltre l’830 per cento dalle poco più di 200 che versavano spontaneamente nel 2007.

“Si è trattato di un’inversione di marcia positiva che arriva dopo anni di chiusure in rosso – ha commentato durante l’Assemblea nazionale Claudio Dominedò, presidente della Consulta dei convenzionati esterni -. Abbiamo vinto una battaglia, ora dobbiamo vincere la guerra”.

I dati permettono di guardare con maggiore ottimismo alle prospettive della gestione, caratterizzata dalla presenza di una categoria, quella dei convenzionati ad personam, che è destinata a un progressivo esaurimento, mentre aumentano le società.

Per la specialistica esterna è facile ipotizzare un futuro all’insegna della modernizzazione, considerata anche la collocazione all’interno del fondo della Medicina accreditata e convenzionata che per sua natura ha una vocazione a fornire sempre maggiori tutele alla categoria.

Una prima conseguenza di questa vicinanza si è già realizzata all’inizio dell’anno, quando anche gli specialisti esterni hanno avuto la possibilità di incrementare l’importo della propria pensione futura grazie all’istituto dell’aliquota modulare.

La misura, da richiedere entro il 31 gennaio perché abbia decorrenza dal 2019, implica il versamento volontario di una quota contributiva aggiuntiva a carico dell’iscritto compresa tra l’uno e il 5 per cento, che consentirà di percepire una quota di pensione ulteriore.