Requisiti per l’attività professionale, delusione Cao

La conferenza Stato-Regione ha approvato il testo che stabilisce i parametri minimi di qualità e sicurezza. La Commissione nazionale però non si riconosce nel testo approvato

Al termine di un iter durato più di tre anni, il testo che fissa i requisiti minimi di qualità e sicurezza per l’autorizzazione all’esercizio di attività sanitaria in ambito odontostomatologico è stato approvato dalla Conferenza Stato Regioni. Il documento finale che ha fissato i criteri riguardo l’idoneità strutturale, tecnologica e organizzativa, per l’apertura e l’esercizio delle strutture ha però deluso le aspettative della Commissione nazionale albo odontoiatri, chiamata a partecipare insieme ad alcuni esponenti della professione al tavolo tecnico convocato dal ministero della Salute. “La stesura finale faticosamente concordata nel tavolo di lavoro datata luglio 2015 – ha detto il presidente della Cao, Giuseppe Renzo – non è stata poi quella integralmente portata all’approvazione della Conferenza Stato Regioni. È stato portato un testo sostanzialmente diverso e non condiviso”.

renzoIL COMMENTO – “Stanchi di fare da ‘foglia di fico’” di Giuseppe Renzo*

“Le procedure che si vorrebbero approvare rischiano di costituire un ulteriore fardello burocratico a danno dei liberi professionisti odontoiatri con il rischio di mettere in serio pericolo la corretta gestione degli studi professionali a tutto danno di una corretta tutela della salute odontoiatrica. Prevedere, infatti, l’abbattimento delle barriere architettoniche anche nei confronti degli studi già operanti, stabilire la necessità di una autorizzazione quale provvedimento amministrativo ineludibile, può comportare il rischio di una paralisi dell’attività degli studi professionali con tutte le conseguenze che ciascuno può immaginare. Quello che però non è possibile tacere è la strumentalizzazione della componente odontoiatrica che ha partecipato con impegno fin dal 2013 alla stesura del testo regolamentare, ma che poi si è vista sostanzialmente escludere dalla decisioni finali. I rappresentanti degli odontoiatri non accettano più di essere una sorta di ‘foglia di fico’ per nascondere, con la loro corretta ma inutile presenza, operazioni non condivise e non accettabili dagli odontoiatri stessi che ancora garantiscono con la loro rete di studi privati l’assistenza odontoiatrica a tutta la popolazione”.

* (presidente Cao)