Quota 100, miraggio Tfr per il pubblico

Con Quota 100, per i dipendenti pubblici il traguardo del trattamento di fine rapporto si allontana sempre di più.

Per chi usufruisce della nuova misura, infatti, possono passare fino a sette anni prima di vedersi accreditata la liquidazione sul proprio conto corrente.

Sommando pro e contro, andare in pensione in anticipo sembra sempre più un beneficio limitato cui fanno da contrappeso molti svantaggi a breve e lungo termine.

A partite da un assegno pensionistico più leggero rispetto a quello calcolato con la legge Fornero e al divieto di cumulo con redditi professionali.

Fino a sette anni di ritardo

Nel provvedimento che ha introdotto Quota 100 è stato previsto il conseguimento dell’indennità al raggiungimento del requisito d’età previsto per il pensionamento di vecchiaia.

In pratica lo scivolamento della liquidazione, già contemplato dalle norme attuali, con Quota 100 scatta dal compimento dei 67 anni d’età.

In questo modo, nel caso più svantaggioso si potrebbe spettare fino a sette anni per ottenere il ‘tesoretto’ della liquidazione.

Una circostanza dovuta alla somma dei due anni ‘canonici’ di attesa agli eventuali cinque che occorrono nel caso di pensionamento anticipato con 62 anni d’età.

Anticipare si può, ma con gli interessi

Il legislatore, accorgendosi della situazione infelice in cui si sarebbero trovati i pensionati, ha previsto la possibilità di incassare parte della liquidazione mediante un prestito bancario, garantito dallo Stato con un interesse intorno al 2,5 percento, in parte compensato da uno sgravio fiscale.

Prestito che, però, non può superare i 45 mila euro. Importo che per alcune categorie di dipendenti pubblici rappresenta solo una minima parte della loro spettanza.

In modo particolare i medici, la cui liquidazione viene calcolata sulla base dello stipendio dell’ultimo anno di carriera. Un sistema che a fronte di anzianità professionali elevate – per Quota 100 vengono richiesti almeno 38 anni di contributi – produce trattamenti di fine servizio considerevoli.

C’è poi da dire che, anche se l’importo anticipato potrebbe essere modesto, ad oggi nulla è stato fatto per poter mettere realmente in atto tale opzione. L’accordo quadro previsto per il suo adempimento è purtroppo rimasto confinato nel campo dei buoni propositi, ancora senza la ratifica necessaria a renderlo concreto.

Anticipo a tasso ridotto coi sindacati

Per accorciare i tempi in favore di tutti i pensionati – anche per chi non aderisce a Quota 100 – per incassare il ‘tesoretto’ sono intervenuti i sindacati medici, che hanno attivato una convenzione per l’anticipo della liquidazione.

Il sistema prevede che il pensionando ceda la liquidazione alla banca, che eroga immediatamente tutta la liquidazione, trattenendo un interesse annuo dell’uno percento fisso, modificabile solo con preavviso di 60 giorni in caso di cambiamento dei tassi della Bce e comunque non retroattivo.

Ad esempio, per una liquidazione di 150 mila euro, con uno scadenzario previsto dalle attuali norme di 50 mila euro come prima rata dopo un anno, 50 mila euro di seconda rata dopo due anni e 50 mila euro dopo 3 anni, la banca eroga immediatamente fino ad un massimo di 150 mila euro.

Gli interessi saranno di 1.500 euro per il primo anno, 1.000 per il secondo e 500 per il terzo. In caso di rimborso anticipato del Tfr o di restituzione del credito da parte del pensionato si ridurrà sia l’importo del debito che, di conseguenza, quello degli interessi.

Tfr e dipendenti pubblici

Anche senza usufruire di Quota 100, per i dipendenti pubblici i termini per ottenere la liquidazione sono comunque più lunghi di quelli per il privato  e cambiano a seconda delle cause di cessazione del rapporto di lavoro.

Il Tfr viene infatti accordato entro 105 giorni solamente in caso di cessazione per inabilità o decesso.

Non prima di un anno per pensionamento e raggiungimento dei requisiti di servizio o per età.

Non prima di 24 mesi se la cessazione avviene per dimissioni volontarie con o senza diritto a pensione, licenziamento o destituzione dall’impiego.

Claudio Testuzza