Psichiatra e jazzista per finanziare la ricerca

Medicina, musica e solidarietà. Sono questi i fronti su cui è contemporaneamente impegnata Eleonora Vicario, classe 1955, medico e sassofonista.

“In lunghi anni di superlavoro ho dedicato ai miei pazienti tempo ed energia, la mattina in clinica, il pomeriggio allo studio e poi nelle guardie notturne. Nella musica ho trovato una meravigliosa oasi di serenità e finché avrò fiato suonerò per la ricerca”.

Così racconta la dottoressa romana, cresciuta in una famiglia di medici e musicisti illustri (è cugina di Ruggero De Maria, patologo e ricercatore, nonché presidente di “Alleanza contro il cancro”, e nipote del mezzosoprano Jole De Maria).

Fresca di specializzazione in psichiatria, Vicario è stata folgorata dalla passione per i fiati trent’anni fa, quando ha cominciato a soffiare note in un bel Selmer dorato.

Ha messo poi insieme una band di venti elementi, tra professionisti e dilettanti, a cui ha dato il nome di “Numinoso Ensemble”, con un chiaro riferimento junghiano.

L’orchestra jazz ha quindi debuttato nel 2000, diretta dal maestro Stefano Rotondi, flautista, compositore e arrangiatore, che a Eleonora ha svelato i segreti del pentagramma.

“Coniugare il bello della musica a una nobile causa benefica – racconta – è stato naturale: gli incassi di ogni concerto e della vendita dei cd pubblicati dall’Ensemble vengono devoluti all’Associazione italiana ricerca sul cancro”.

Una generosità che nel tempo ha contagiato musicisti di grido. Come Javier Girotto, Michele Rabbia e Mario Coltellacci, ad esempio, che ritroviamo nel cd inciso dal Numinoso Ensemble “Il manto di Arlecchino”.

Esaurite le prime mille copie (alcune centinaia sono state acquistate da una coppia di musicofili per farne bomboniere nuziali), Eleonora ne ha fatte ristampare, a sue spese, altre duemila.

Sei anni fa, inoltre, la psichiatra – che ha lavorato al Nomentana Hospital – si è lanciata in un’altra impresa, questa volta canora.

Si tratta di un concorso lirico internazionale intitolato a sua zia Jole De Maria, morta di cancro nel 2007.

“È un modo per ricordarla, raccogliere fondi per l’Airc e dare un’opportunità ai giovani cantanti lirici di tutto il mondo. I partecipanti vengono giudicati da giurati eccellenti, la presidente quest’anno è stata Katia Ricciarelli”.

Il pubblico ha premiato l’iniziativa, contribuendo a sostenere la ricerca e la salute delle future generazioni.

“Non fanno altrettanto eventuali sponsor”, sottolinea con amaro pragmatismo la combattiva Eleonora.

Proprio pensando ai giovani di oggi, la dottoressa ricorda la sua battaglia per iscriversi alla facoltà di Medicina, contro il parere del padre, preoccupato già allora per la mancanza di lavoro per i medici.

“Inizialmente aspiravo alla chirurgia – confida Eleonora Vicario –  ma il professor Valdoni, primario di mio zio, mi convinse che non era la strada più adatta a una donna. Erano gli anni Settanta. Scelsi psichiatria perché era il mio secondo interesse ma, anche qui, le contestazioni dei miei familiari si fecero sentire”.

Paola Stefanucci