Professionisti sanitari contro il regionalismo differenziato

I rappresentanti degli Ordini di tutte le professioni sanitarie si sono riuniti a Roma il 23 febbraio per approvare un documento comune. Obiettivo: mettere a disposizione delle istituzioni le loro competenze e progettare soluzioni nuove per un Servizio sanitario nazionale rinnovato, che rispetti i principi costituzionali di uguaglianza, solidarietà, universalismo ed equità.

Il Manifesto dell’alleanza tra professionisti della salute per un nuovo Ssn muove da una preoccupazione comune, ovvero che le differenze già esistenti tra i diversi sistemi sanitari regionali possano essere acuite dai progetti di “regionalismo differenziato” – richiesto da Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna e ora all’esame del governo – tanto da sgretolare, di fatto, il Servizio sanitario nazionale.

Una preoccupazione forte, che ha fatto superare le barriere tra le diverse professioni, riunendo in un inedito fronte comune dieci Ordini, che rappresentano trentuno professioni per un totale di circa un milione e mezzo di iscritti: medici e odontoiatri (Fnomceo), infermieri (Fnopi), farmacisti (Fofi), ostetriche (Fnopo), veterinari (Fnovi), tecnici sanitari (Fno Tsrm Pstrp), biologi (Onb), psicologi (Cnop), assistenti sociali (Cnoas), chimici e fisici (Fnocf).

I professionisti chiedono una nuova misurazione dei fabbisogni regionali che tenga conto delle carenze infrastrutturali e delle condizioni di deprivazione e di povertà sociale

La proposta degli Ordini, tra i quali Fnomceo ha un ruolo di guida, è di elaborare un rinnovamento del Ssn, che ha appena compiuto 40 anni, nel quale le professioni sanitarie siano attivamente coinvolte, offrendo le proprie competenze ed esercitando a pieno la funzione di Enti sussidiari dello Stato che gli è propria.

In particolare chiedono un’analisi rischi/benefici delle proposte di autonomia differenziata e una nuova misurazione dei fabbisogni regionali che tenga conto delle carenze infrastrutturali e delle condizioni di deprivazione e di povertà sociale.

La prospettiva è quella di un regionalismo solidale che rinnovi il Servizio sanitario nazionale, garantendo l’uguaglianza dei cittadini, come sancito dall’articolo 3 della Costituzione, e la solidarietà tra le regioni, come dispone l’articolo 119.

Eva Antoniotti