Professionisti, i redditi tornano a crescere

Il sistema delle Casse di previdenza private e privatizzate è in salute e lo dimostra il 9° Report Adepp, caratterizzato da tutti segni positivi.

Aumentano gli iscritti (soprattutto le donne), le prestazioni e i redditi. Aumentano le azioni di welfare, sia assistenziale che strategico, e aumenta il patrimonio che supera gli 87 miliardi di euro.

I NUMERI DEL RAPPORTO

Andando più in profondità sui numeri del rapporto, dal 2005 al 2018, gli iscritti alle Casse sono aumentati del 26 per cento arrivando a 1,65 milioni.

Ogni mille abitanti, 27 sono iscritti alle casse di previdenza private. I liberi professionisti rappresentano circa il 6 per cento dei lavoratori italiani.

Le entrate contributive affluite nel 2018 alle Casse previdenziali professionali private sono pari a 10,3 miliardi di euro, ammontano, invece, a 6,6 miliardi le uscite per prestazioni (lo scorso anno ne sono state erogate agli iscritti complessivamente 562.000), mentre per sostenere le misure di welfare sono stati investiti 509 milioni.

Esaminando le caratteristiche dei contributi versati, si nota come, nell’ultimo anno, a fronte di una crescita complessiva in  termini percentuali pari al 5,9%, il tasso di crescita maggiore  sia ascrivibile principalmente all’area sanitaria (+17,43%),  mentre si riscontra una piccola riduzione del comparto delle  professioni tecniche (-2,35%).

PIÙ ROSA MA CON IL GAP

La maggior parte degli iscritti alle Casse ha tra i 40 e i 60 anni (circa il 53 per cento). E i nuovi iscritti sono al 51 per cento donne, che rappresentano il 40 per cento del totale.

Peccato però che, soprattutto se si guardano i dati degli iscritti meno giovani, salta agli occhi il gap di genere sulle retribuzioni.

La “femminilizzazione” delle professioni è ormai un dato di fatto, così come è evidente che le donne entrano prima degli uomini nel mercato del lavoro. Si laureano prima e si iscrivono prima alla propria Cassa di previdenza. Purtroppo, però, anche se i redditi aumentano (+3%), le donne continuano a subire il pay gap.

Le libere professioniste dichiarano, infatti, in media ben il 45% in meno dei loro colleghi uomini. La media dei redditi tra le donne è di circa 24 mila euro mentre quella tra gli uomini di 43 mila euro.

“La presenza femminile e giovanile fra gli iscritti è sempre più importante ed implica problematiche diverse che vanno affrontate”, ha fatto notare il presidente della Fondazione Enpam e dell’Adepp Alberto Oliveti. “Come Adepp, crediamo che nell’ambito di un welfare attivo per sostenere il lavoro e i lavoratori bisogna stare attenti a tutto ciò che può ulteriormente condizionare la professionista donna”, ha aggiunto.

FISCO CON UNO SCOPO

Spesso – ha continuato Oliveti – “nel mio ruolo, mi capita di essere invitato a sostenere l’economia reale del paese. Vorrei però ricordare la corretta filiera delle priorità. Prima di tutto dobbiamo fare bene il nostro lavoro, perché se i professionisti esercitano bene la loro professione fanno bene anche alla crescita e allo sviluppo del paese”. Infine, ha continuato il presidente “crediamo che realisticamente il governo debba valutare l’introduzione di un po’ di fiscalità di scopo”.

Una delle proposte è che lo Stato usi una parte delle tasse pagate dalle Casse di previdenza per istituire una garanzia su certi tipi di investimenti che gli stessi enti vengono spesso invitati a fare.

Dagli esponenti politici e di governo che hanno partecipato alla presentazione del rapporto Adepp sono arrivati in questo senso dei segnali di apertura. “È chiaro che le Casse sono un punto di virtuosità per il Paese e un vero e proprio soggetto economico, ma è evidente anche che bisogna fare un salto qualità”. A dirlo è stato il sottosegretario all’Economia, Pierpaolo Baretta, specificando subito dopo che “il primo terreno da cui partire è quello della fiscalità”.

Mcf