Procedimenti disciplinari, autunno di riforme

L’assemblea dei presidenti Cao discute le novità legislative, mentre la Camera si prepara a votare la riforma degli ordinamenti delle professioni sanitarie

La discussione sulla riforma degli ordinamenti per le professioni sanitarie è ai primi posti tra gli argomenti in calendario al Parlamento dopo la pausa estiva. Lo scorso maggio il Senato ha approvato in prima lettura il primo intervento di modifica organica al settore dalla legge istitutiva degli Ordini, risalente al 1946. “In quella sede sono passate una serie di norme di grande rilievo per tutte le professioni sanitarie e sono numerosi i cambiamenti inerenti al mondo ordinistico” ha commentato il presidente Cao, Giuseppe Renzo.

“Mi auguro – prosegue Renzo – che la Commissione Affari sociali possa esaminare e licenziare il provvedimento. Il documento contiene elementi di novità particolarmente importanti, tra cui una maggiore autonomia dell’Albo degli odontoiatri in seno alla Federazione e la riforma dei procedimenti disciplinari”.

Il tema è stato approfondito nel corso di un seminario a Verona organizzato dalla Cao a fine settembre. L’incontro è servito per analizzare le novità previste dalle nuove norme, in particolare la divisione fra fase istruttoria e fase decisionale. Il testo del nuovo provvedimento prevede la nascita di organismi a livello regionale per svolgere la fase istruttoria, mentre la fase dibattimentale e quella decisoria rimarrebbero di competenza delle Commissioni di Albo ordinistiche. È evidente che lo scopo della riforma è quello di accentuare la terzietà e la neutralità dell’organo disciplinare, in passato troppo spesso accusato di svolgere una giustizia domestica, non sufficiente – mente incisiva nei confronti dei colleghi.

A confermare un autunno cruciale per il futuro delle procedure disciplinari è l’attesa per il pronunciamento della Corte Costituzionale sulla corretta composizione della Commissione centrale esercenti le professioni sanitarie, l’organo di giurisdizione speciale competente a decidere sui riscorsi in secondo grado avverso i provvedimenti disciplinari irrogati dagli Ordini. Sono quindi numerose le novità all’orizzonte che rischiano di modificare nel profondo l’istituzione ordinistica. L’impegno della Cao nell’approfondire temi così delicati, conferma la capacità dei suoi rappresentanti, di anticipare le problematiche più calde che riguardano la professione, con l’obiettivo di non farsi mai trovare impreparati.

Alessandro Zovi*

*Componente Cao nazionale

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