Omaggio al dialetto genovese

Un gruppo musicale della costiera ligure traduce in genovese i testi di Fabrizio de Andrè. L’idea è venuta a un medico di famiglia e il pubblico la apprezza

1383678_575274765855181_2104312052_nRileggere l’opera di Fabrizio De Andrè in dialetto genovese funziona a giudicare dalle numerose esibizioni canore dei Mandillà, gruppo musicale ligure che nel 2008 si è imbarcato nell’avventura di tradurre il repertorio del cantautore scomparso.

“All’inizio – dice il medico di famiglia di Moneglia Giuseppe Avanzino, voce del gruppo e traduttore dei testi – abbiamo interpretato le canzoni più popolari come Bocca di rosa, Un giudice, Via del campo. Poi abbiamo affrontato anche i testi più difficili da tradurre e adattare come Don Raffaè, canzone in cui De Andrè, con un napoletano maccheronico, denunciava la situazione critica delle carceri italiane negli anni Ottanta e il rapporto di sottomissione dello Stato al potere malavitoso”.

Il nome stesso scelto per il gruppo è un termine usato in un brano cantato in genovese ‘Creuza de mà’ da De Andrè. Oggi il complesso, più o meno rimaneggiato nella formazione, ha in repertorio una trentina di pezzi. “Non siamo una cover band – dice Avanzino – noi riarrangiamo le musiche di De Andrè con un’impronta più folk grazie al suono della fisarmonica e delle percussioni. Facciamo una quindicina di concerti l’anno. Suoniamo nelle manifestazioni locali, nelle piazze liguri, ma anche fuori regione con un buon riscontro di pubblico. In primavera l’incasso di un nostro concerto è andato a sostegno dell’Associazione italiana osteogenesi imperfetta (Asitoi)”.

Il primo vero cd dei Mandillà è uscito due estati fa: conteneva undici canzoni eseguite dal vivo in occasione di un concerto al Teatro Lux di Sestri Levante e, grazie alla partecipazione al Premio Tenco, è stato inserito tra i primi 10 dialettali dell’anno.

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Video e musiche dei Mandillà sono su www.mandilla.it e su youtube

Laura Petri

@FondazioneEnpam