Neodottori, tempi ridotti per l’esame di Stato

Per i futuri camici bianchi il percorso verso l’abilitazione e la professione diventa più breve: il tirocinio obbligatorio di tre mesi non sarà più svolto dopo la laurea ma durante il corso universitario.

Inoltre, le sessioni annuali per sostenere l’Esame di Stato saliranno dalle due attuali a tre, con una prova che diventerà più pratica.

La firma della ministra dell’Istruzione Fedeli al “Regolamento recante gli esami di Stato di abilitazione della professione di medico-chirurgo” ha dato il via libera a una misura attesa da anni che punta a uniformare il percorso a quello della maggior parte dei Paesi europei, consentendo una più rapida immissione nel mondo del lavoro dei neolaureati.

“Per i neo-dottori in medicina la nuova ‘corsia preferenziale’ verso la professione – quando il nuovo sistema andrà a regime – sarà rappresentata dalla possibilità di sostenere l’esame di Stato immediatamente dopo la sessione di laurea. Spetterà, infatti, agli Atenei organizzare le tre prove annuali di abilitazione che, si stima, cadranno attorno ai mesi di marzo, luglio e novembre”, precisa Roberto Stella, responsabile area strategica Formazione della Fnomceo, tra gli organi che hanno preso posto al tavolo di mediazione sui criteri del nuovo regolamento.

AL VIA DOPO UNA FASE TRANSITORIA

La principale novità, come accennato, è l’anticipazione dei tre mesi di tirocinio obbligatorio valido per accedere all’esame di Stato al quinto anno di corso (completati tutti gli esami del quarto anno), invece che dopo la laurea.

Per conoscere nel dettaglio i tempi utili affinché si possa effettivamente svolgere il tirocinio ante lauream e affinché il regolamento diventi applicativo è necessario attendere la pubblicazione del testo finale, attualmente al vaglio della Corte dei Conti.

Dall’entrata in vigore del nuovo regolamento sarà comunque prevista una fase transitoria di due anni in cui i laureati magistrali in medicina potranno ancora scegliere quando prestare i tre mesi di “apprendistato” obbligatorio.

Tutti gli aspiranti camici bianchi si dovranno invece confrontare con i 200 quesiti a risposta multipla della nuova prova.

Abbandonata la vecchia banca dati, i quiz saranno formulati da un comitato scientifico universitario per dare maggiore rilievo alla formazione clinica e limitare al minimo la parte teorica.

Saranno ridotte a 50 le domande della parte “pre-clinica” della formazione del medico, mentre le altre 150 riguarderanno la formazione “clinica”.

Per quanto riguarda i tempi di entrata in vigore del nuovo Esame di Stato, sebbene il Miur indichi in luglio 2019 la data utile per la prima sessione, dal versante accademico si registrano le prime perplessità. Sembra, infatti, difficile che tutti gli Atenei possano riuscire ad organizzarsi ed essere pienamente operativi prima del luglio 2020.

VERSO I PROGRESS TEST

I futuri medici avranno quindi un ostacolo in meno nel loro tragitto, per stare al passo coi colleghi europei. Ma parlare di laurea abilitante è forse prematuro.

L’obiettivo finale rimane quello di eliminare del tutto l’esame di abilitazione e sostituirlo con test in itinere nel corso di studi (il sistema di progress test).

La laurea in medicina potrà così diventare l’ultimo atto di un percorso valutativo, anche dell’esperienza clinica maturata, che dia diretto ed immediato accesso alla professione medica.

Antioco Fois