Ltc, la tutela cresce con gli iscritti

La polizza stipulata dall’enpam garantisce tutti i medici e dentisti attivi dal rischio della non autosufficienza. e punta a crescere, preparandosi a offrire un pacchetto di servizi necessari per la cura e l’assistenzaDallo zero all’87,5 per cento in un giorno.

30591315470_0d5a5151bf_oÈ questa la percentuale di iscritti e pensionati dellla Fondazione Enpam che il primo agosto scorso, dall’oggi al domani, si sono ritrovati coperti (per sempre) dal rischio di restare non autosufficienti.

Dal primo giorno sono stati tutti coperti gli iscritti attivi e pensionati che lavorano.

La polizza prevista dalla Fondazione Enpam non comporta costi aggiuntivi rispetto alla Quota A, e consente in caso di infermità a tutti i medici e gli odontoiatri attivi di ottenere 1.035 euro mensili non tassabili.

Il numero di camici bianchi coinvolti, che comprende anche i pensionati in attività purché avessero meno di 70 anni al momento dell’entrata in vigore, si amplierà nei prossimi anni con l’ingresso nella Fondazione dei nuovi colleghi neo-abilitati.

Tutti coloro che sono entrati sotto l’ombrello della polizza lo resteranno a vita, poiché è nelle intenzioni della Fondazione Enpam continuare a finanziare questa copertura anche in futuro.

La polizza Ltc fa parte delle misure riunite nel progetto Quadrifoglio, e pensate principalmente per fornire garanzie ai colleghi più giovani. A questi ultimi viene così restituito tramite l’assistenza quanto hanno sacrificato dal punto di vista previdenziale, rispetto a chi li ha preceduti, con la riforma delle pensioni del 2012.

Dalle agevolazioni sui mutui alla polizza sanitaria integrativa, Enpam sta costruendo intorno ai camici bianchi un welfare capace di fornire sicurezze e rispondere alle esigenze della quotidianità.

La Ltc non sostituisce ma si aggiunge alla pensione d’invalidità riservata a medici e odontoiatri colpiti da un’infermità assoluta e permanente, e riconosce il diritto al vitalizio già nel caso in cui, dopo il 1° agosto 2016, si perda l’autonomia in tre attività ordinarie della vita quotidiana (e non quattro come solitamente richiesto) oppure nel caso di morbo di Alzheimer o di Parkinson.

Più servizi

Mentre si va verso una copertura universale della platea degli iscritti (le stime dei tempi si possono ricavare dall’infografica pubblicata qui a fianco), passi avanti sono previsti anche dal punto di vista delle tutele.

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“La polizza è un grande risultato raggiunto perché offre un sostegno importante, ma vogliamo fare di più – spiega Vittorio Pulci, direttore dell’area Previdenza e Assistenza Enpam -. Non sono rari i casi di cronaca in cui si scopre che persone senza scrupoli incassano per anni la pensione di chi viene loro affidato per poi lasciarlo a sé stesso. Per questo, modulare la nostra risposta in base alle preferenze dei nostri iscritti è una possibilità che va valutata: una delle idee allo studio è dare la possibilità all’iscritto di scegliere se ricevere mensilmente l’assegno, oppure optare per la sicurezza di un servizio”.

30804265351_7fdda4946b_oOggi la richiesta di accedere a strutture che permettano di seguire costantemente le persone non più autosufficienti è altissima: “Nella nostra residenza sono presenti 100 posti letto costantemente impegnati, e aggiorniamo regolarmente una lista d’attesa” dice Egidio Passera, direttore della Rsa CasaMia (gruppo Orpea) a Verdello, in provincia di Bergamo.

La regione Lombardia riconosce alle Rsa tra i 29 e i 49 euro al giorno per ogni ospite, a seconda del livello di non autosufficienza, e nella zona in media è di 60 euro al giorno la retta cherimane a carico delle famiglie, e cioè 1.800 euro al mese.

Di certo un assegno da 1.035 euro darebbe una bella mano.

Le differenze tra le varie aree d’Italia sono altissime, e in un panorama tanto variegato è indispensabile avere la certezza che i soldi spesi siano giustificati da un servizio all’altezza. “In Lombardia qualche anno fa circolava la proposta di sostituire ogni contributo regionale con un voucher da consegnare ai famigliari – ricorda Passera – ma il progetto è fallito perché nessuno ha trovato la soluzione a un problema: chi avrebbe controllato la qualità dei servizi acquistati con quei soldi?”.

Le domande per scegliere

La risposta dovrebbe essere nelle garanzie verificate per l’accreditamento con il Ssn, ma diverse regioni interrompono le procedure una volta raggiunto il budget prefissato.

“La scelta alla fine torna alla valutazione delle singole famiglie, che possono prendere in considerazione alcuni aspetti in particolare in modo da selezionare l’opzione più adatta” spiega Simona Lombardi, direttore marketing di Kos, uno dei gestori delle Rsa del Fondo Spazio Sanità, di cui la Fondazione Enpam è l’investitore più importante.

“Il primo passo è capire se si ha necessità di un approccio maggiormente assistenziale oppure sanitario, e in quest’ultimo caso chiedere direttamente di che tipo di professionalità è dotata la struttura”, afferma Lombardi, secondo cui non ci sono evidenze che dimostrino una maggiore efficacia tra Rsa che scelgono un approccio “alberghiero” e altre che si presentano agli ospiti con un aspetto più domestico. “L’importante è che siano garantiti spazi di socializzazione tra gli ospiti e con le famiglie, in modo da mantenere solido il rapporto di intimità”.

PER RICEVERE PIÙ DI 1.035 EURO

Chi vuole sentirsi più sicuro può garantirsi la possibilità di ricevere un assegno di oltre il 30 per cento o perfino di quasi il 60 per cento in più rispetto a quello di 1.035 euro al mese erogato dalla polizza base pagata dall’enpam. Chi è coperto dalla tutela Ltc enpam infatti può acquistare una copertura volontaria che darà diritto a un assegno supplementare di 360 euro oppure di 600 euro, a seconda della quota che decide di versare.

Le iscrizioni per le coperture volontarie verranno riaperte nel mese di febbraio 2017 ma è possibile fin da ora ricevere maggiori informazioni consultando il sito qui oppure www.emapi.it

@FondazioneEnpam