L’Inps taglia gli importi

A giugno, qualche giorno dopo le elezioni europee, scatterà il taglio delle cosiddette pensioni d’oro. L’Inps ha già preparato la circolare con le indicazioni operative, che conterrà tra l’altro i termini per il conguaglio dei mesi passati, ma sarà pubblicata solo nelle prossime settimane.

Il taglio degli assegni previsto dalla legge di Bilancio ha infatti decorrenza dal 1° gennaio 2019 e resterà valido sino al 31 dicembre 2023 e interessa le pensioni di importo superiore ai 100mila euro annui.

Il meccanismo scelto è simile a quello già previsto per il contributo di solidarietà, con una decurtazione proporzionale all’importo dell’assegno percepito.

Sono state individuate cinque aliquote (dal 15 al 40 per cento), con un taglio tanto più consistente quanto maggiore è la pensione. Si tratta di appena 24mila pensionati più abbienti, quelli con l’assegno definito in passato d’oro ma accresciutosi d’importanza, ultimamente, con la definizione di pensioni “di platino”.

Nel dettaglio, le pensioni saranno ridotte:

• del 15 per cento tra 100.000 euro e 129.999,99 euro (lordi);

• del 20 per cento tra 130.000 euro e 199.999,99 euro (lordi);

• del 25 per cento tra 200.000 euro e 349.999,99 euro (lordi);

• del 30 per cento tra 350.000 euro e 499.999,99 euro (lordi);

• del 40 per cento superiore a 500.000 euro (lordi).

Il taglio interesserà le pensioni con il calcolo retributivo o misto. Sono salvi, quindi, gli assegni calcolati interamente con il sistema contributivo. La misura non riguarda le pensioni Enpam.

 

 

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