Letttere al Presidente: la Quota A ti garantisce subito

Sono un medico in formazione specialistica, di 29 anni, molto preoccupato per il futuro mio e dei miei colleghi, da un punto di vista previdenziale/pensionistico. Come Lei saprà, i medici “specializzandi” versano alla gestione separata INPS I contributi con aliquota 24%, o almeno questo prevede il contratto penoso che firmiamo e che non prevede ad esempio straordinari e tredicesima, anzi una mensilità nel migliore dei casi va in tasse universitarie.

Ho scoperto (e spero di aver compreso male) che i contributi versati nella gestione separata valgono a fini pensionistici solo se si versano per più di 20 anni, quindi i nostri contributi sono “figurativi”. Per contro alcuni colleghi anziani andati in pensione mi hanno detto che pagando “solo” la quota A si matura un assegno Enpam, che in base alla cifra riportatami, a me pare ridicola e anche una presa in giro.

Inoltre durante la specializzazione non si possono svolgere altri lavori, tranne che continuità assistenziale e sostituzioni mmg, i quali per motivi di tempo che noi regaliamo ai nostri policlinici universitari, neanche riusciremmo a svolgere se non in maniera a dir poco occasionale. La ringrazio per lo spazio che mi vorrà concedere.


Lorenzo Vantaggio, Roma

 

Gentile collega,

sollevi una questione su cui l’Enpam si batte da anni. L’obbligo per gli specializzandi di versare alla gestione separata è un fatto anomalo proprio in considerazione dell’inquadramento normativo della professione medica e odontoiatrica. Su questo punto ho avuto uno scambio di opinioni con uno specializzando che puoi leggere qui

Voglio rassicurarti però sul fatto che gli anni versati alla Gestione separata non andranno persi perché potrai comunque metterli a frutto per la pensione con il cumulo gratuito dei periodi contributivi.

Sulla pensione di Quota A, tieni presente che l’importo di qualsiasi assegno pensionistico dipende da quanto si è versato durante la vita lavorativa.

La contribuzione di Quota A, che è obbligatoria dal momento dell’iscrizione all’albo, non è calcolata sul reddito professionale. Il versamento varia in funzione dell’età, per cui la contribuzione massima si paga solo dopo 40 anni mentre i colleghi che non hanno ancora 30 anni versano poco meno di 20 euro al mese e gli studenti che scelgono di iscriversi all’Enpam versano solo 9 euro al mese.

A fronte di questi importi, la Quota A garantisce a tutti, oltre alla pensione di base, una pensione di circa 15mila euro (minimo) in caso di inabilità alla professione o di decesso dell’iscritto in attività (anche ai giovani indipendentemente da quanti contributi hanno versato); le tutele per la genitorialità (alle studentesse iscritte e alle professioniste anche in assenza di reddito); mutui agevolati per l’acquisto e la ristrutturazione della prima casa o dello studio professionale; aiuti economici in caso di difficoltà personali e familiari, un’assicurazione gratuita per Long term care in caso di perdita dell’autosufficienza con un vitalizio di 1200 euro non tassati cumulabile con altre prestazioni (1035 euro per i casi di non autosufficienza che si sono verificati entro il 30 aprile 2019).

La Fondazione sta lavorando per assicurare sempre di più ai propri iscritti un sistema di protezione che dia garanzie non solo al momento del pensionamento ma anche durante la vita professionale. Ed è in questi termini che ti invito a riconsiderare la Quota A, come al tuo presente previdenziale, a un insieme di tutele di cui puoi beneficiare anche ora.

 

Alberto Oliveti
Presidente Fondazione Enpam