Lettere al Presidente: guadagnerò più della pensione

La Quota B riguarda solo l’attività libero professionale o anche i redditi soggetti all’Iva che quindi non riguardano l’attività professionale su pazienti, per esempio le consulenze per aziende, i compensi per attività scientifica ecc.?

Inoltre, se l’attività libero professionale dopo la pensione fosse rilevante, si finirebbe per pagare un contributo superiore a quanto percepito di pensione, non è penalizzante una rivalutazione ogni tre anni?

Per tre anni si accumulerebbero versamenti dei quali si avrebbe un beneficio che immagino modesto e certamente con troppo ritardo.  Si ha l’impressione di essere tenuti ad effettuare per molto tempo versamenti “a fondo perduto” con la speranza di vivere abbastanza per godere della rivalutazione. Cosa accade, poi, se si viene a mancare dopo due anni e mezzo o anche il giorno prima del terzo anno?

Non pensa sarebbe ben più giusta e meno penalizzante una rivalutazione annuale? Certamente non sarebbe così arduo fare i conti visti i sistemi informatici disponibili.

Si tratta di medici anziani con una decrescente spettanza di vita con il tempo che passa. Sanerei questa situazione che appare iniqua ed antipatica. Ho compiuto 68 anni e ho richiesto la pensione Enpam.


Andrea Campi, Roma

 

Gentile collega,

i redditi su cui si versano i contributi di Quota B sono quelli che derivano dallo svolgimento delle attività attribuite in base alla competenza medica e odontoiatrica.

Quindi non solo la cura dei pazienti in senso stretto, ma per esempio anche l’attività scientifica o le consulenze che siano connesse con la professione medica.

L’eventualità che paventi, di dover cioè pagare all’Enpam più contributi di quanto prenderai di pensione, è strettamente legata alla portata dell’attività a cui potrai dedicarti dopo il pensionamento come ospedaliero.

Se infatti, come scrivi, la Quota B da versare sarà maggiore della pensione Enpam, vorrà dire che la libera professione sarà molto ben avviata. Il che non mi sembra possa essere motivo di cruccio.

C’è da considerare inoltre che i contributi previdenziali non sono a fondo perduto come scrivi, ma danno diritto a un aumento che attualmente viene ricalcolato ogni tre anni. Peraltro in Enpam stiamo lavorando per proporre ai ministeri di aggiornare la pensione ogni anno.

Quanto al supplemento di pensione, va anche detto che ci sono gestioni come l’Inps dove devono passare cinque anni prima di poter fare domanda, con altri vincoli sui tempi e le modalità di richiesta che di fatto ingessano le rendite, nonostante i contributi versati dopo il pensionamento. Per l’Enpam invece l’aggiornamento dell’assegno è un diritto che scatta d’ufficio.

Infine considera che i contributi che versi sono interamente deducibili dal reddito e quindi diminuiscono la spesa per le tasse.

Alberto Oliveti
Presidente Fondazione Enpam