Lettere al Presidente: gli affari che danno sicurezza

Fatico a comprendere l’enfasi con la quale si sottolinea la solidità immobiliare dell’Ente. In fin dei conti i contributi che versiamo (tutt’altro che banali e leggeri) dovrebbero servire in primo luogo a garantire servizi importanti per gli iscritti.

Mi pare che l’ente abbia preso più una piega “affaristica” che previdenziale. Mio modestissimo parere.


Attilio Galmozzi

 

Caro collega,

mai abbiamo fatto tanta previdenza come ora: abbiamo dato una tutela per la non autosufficienza a tutti i lavoratori, con la garanzia di poter ricevere oltre mille euro in più al mese  vita natural durante; abbiamo previsto il bonus bebè da 1.500 euro per le colleghe; abbiamo introdotto i mutui per la casa e lo studio professionale; abbiamo cominciato a coprire gli studenti di medicina e odontoiatria degli ultimi anni di università, che ancora non hanno nemmeno iniziato la professione, per sostenere il patto tra le generazioni su cui si regge il nostro intero sistema di welfare.

Questa è la piega che ha preso l’Enpam.

Quanto al patrimonio, sia quello mobiliare sia quello immobiliare, serve a garantire il pagamento delle pensioni future.

I criteri di sostenibilità che dobbiamo rispettare ci impongono di tenere da parte in ogni momento una riserva legale che sia pari a cinque volte il totale delle pensioni pagate nell’anno.

È un impegno che dobbiamo mantenere per mezzo secolo, anche negli anni in cui  i pensionati saranno molti di più di adesso e la spesa molto più elevata. I soldi che devono essere conservati per questo fine sono pertanto bloccati.

Possiamo però investirli per ricavare dei proventi che servono a pagare prestazioni migliori ai nostri iscritti. Per intenderci: se l’Enpam non avesse i proventi del patrimonio, per pagare le stesse prestazioni di oggi dovrebbe chiedere contributi più alti.

In realtà non potremmo nemmeno tenere il patrimonio non investito, perché i soldi fermi in un conto in banca verrebbero erosi dall’inflazione perdendo valore.

Piuttosto, grazie alla riforma della gestione degli investimenti, che abbiamo avviato anni fa, il patrimonio ha garantito un ottimo rapporto rischio/rendimento: in cinque anni ha generato 4 miliardi di euro, nonostante i rischi siano stati ridotti in modo dimostrato.

 

Alberto Oliveti
Presidente Fondazione Enpam