L’equipe medica di Forza Italia al Senato

Ci sono due neoeletti e una conferma nella pattuglia di camici bianchi eletti per Forza Italia in Senato. Gli azzurri che siederanno a Palazzo Madama sono una specialista in chirurgia plastica e due giovani medici calabresi.

La squadra di medici di Forza Italia al Senato potrà contare sull’apporto di Maria Rizzotti, classe 1953, piemontese, lunga esperienza nel pubblico e nella libera professione come specialista in Chirurgia plastica, al suo terzo mandato da parlamentare.

“Credo nella politica come un servizio, come la professione per un medico, e spero di poter mettere a disposizione la mia professionalità ed esperienza acquisita” dice la senatrice azzurra.

Nella legislatura appena conclusa è riuscita a “migliorare con emendamenti accettati dal governo” alcune riforme, come quella degli ordini professionali, e a introdurre “la figura dell’ingegnere clinico”.

Un segno Forza Italia è riuscito a lasciarlo anche sul fronte dei vaccini. “Abbiamo ottenuto – dice Rizzotti – la cancellazione della perdita della patria potestà, la riduzione a 100/500 euro della sanzione, l’introduzione del colloquio informativo presso l’Asl prima di incorrervi, l’obbligo di vaccinazione per i minori stranieri non accompagnati, l’obbligo nei centri di accoglienza. Purtroppo non è stato accolto l’emendamento che obbligava alla vaccinazione anche gli operatori scolastici e sanitari, per mancanza di fondi da parte del governo”.

Giuseppe Mangialavori, 43 anni, è una giovane ‘new entry’ nella pattuglia di medici portata in Parlamento da Forza Italia. Radiologo e senologo, ha lavorato per diversi anni al Policlinico di Bari e oggi esercita nella sua città, Vibo Valentia.

Nel suo curriculum vanta già un’esperienza amministrativa come presidente del Consiglio comunale e poi come consigliere regionale. Ora il salto in Parlamento “su richiesta del partito, di cui sono molto orgoglioso“.

Se finirà a sedere in commissione Igiene e Sanità di Palazzo Madama, aggiunge, lo deciderà Forza Italia. “Siamo tanti medici – dice – vedremo”.

Di certo in campo sanitario “c’è tantissimo da fare, e su molte norme perfettibili a livello nazionale” così che possano essere meglio applicate “a livello regionale“.

La sua Regione, ricorda, è ancora sottoposta a commissariamento e “bisognerà lavorare duro per risolvere la situazione e cercare di uscirne“. Quello che si può fare a livello centrale, spiega, è “cambiare approccio, perché” in particolare nelle regioni del Mezzogiorno, c’è ancora “troppo ospedale e poco territorio, che invece va valorizzato per aiutare anche l’ospedale a svolgere bene il suo compito“.

Se non dovesse occuparsi direttamente di sanità gli piacerebbe “dare un segnale sul turismo. Da buon calabrese amante delle bellezze della mia terra – dice – penso che sia necessario promuovere il turismo, che vuol dire prima di tutto trasporti e servizi accessori per facilitare gli arrivi“.

Marco Siclari, è specializzato in sanità pubblica, ha 40 anni ed è di origini calabresi.

È lui il più giovane medico eletto a Palazzo Madama.

“Sto completando un master di secondo livello abilitante anche per la professione di medico competente, ho fatto un corso di alta formazione in economia e management sanitario e sono direttore sanitario presso strutture private“.

Così si racconta il neo senatore ricordando di aver iniziato a fare politica a 21 anni “quando arrivai a Roma per completare gli studi in medicina e chirurgia“.

Passione medica e politica sono andate sempre di pari passo per lui che sin dall’inizio della carriera si è occupato di problemi legati al mondo accademico.

“Nell’ultimo Documento di programmazione economico finanziaria approvato, la spesa pubblica sanitaria è al 6,5 per cento del prodotto interno lordo. Una soglia in cui si rischia la non sostenibilità del Servizio sanitario nazionale, ossia il collasso dello stesso. È gravissimo“, fa notare Siclari.

Il neosenatore annuncia che porterà al più presto la questione all’attenzione dei suoi colleghi parlamentari “sperando che ci siano le condizioni, dal punto di vista finanziario, per poter alzare questa percentuale di qualche punto“.

Un altro tema su cui concentrerà le forze sarà la ricerca di un’alternativa ai commissariamenti delle aziende sanitarie regionali “perché molti di questi non hanno portato i risultati sperati. Siamo davanti al fallimento di questo strumento. In questi casi, deve essere direttamente il ministero della Salute a garantire, con il rimborso delle spese sanitarie, la qualità dell’assistenza sanitaria e quindi dei Lea“, ha aggiunto.

 

Interviste di Maria Chiara Furlò e Silvia Gasparetto