La previdenza complementare in aiuto alla Quota 100

La Quota 100 permetterà ai lavoratori dipendenti di uscire in anticipo dal mondo del lavoro, ma a prezzo di un assegno pensionistico significativamente più basso.

Per questa ragione si renderà necessario, soprattutto per molti giovani, un incremento esterno della rendita.

La riduzione delle pensioni Inps sarà frutto di due fattori che agiscono contemporaneamente.

A pesare sarà principalmente un diminuito numero di anni di contribuzione, con la riduzione del cosiddetto “montante” su cui si calcola la pensione.

Il secondo effetto sarà invece dato dai coefficienti di calcolo che agiscono su quel montante, che si riducono proporzionalmente all’età del pensionamento.

Questi coefficienti, basati sulla speranza di vita calcolata dall’Istat, hanno l’obiettivo di favorire il contenimento della spesa previdenziale e mantenere costante il rapporto fra contribuzione e anni di pensionamento prevedibili.

Per poter conservare un tenore di vita assimilabile a quello del periodo lavorativo sarà quindi necessario ricorrere  alla previdenza integrativa. Sarà opportuno pensarci con  anticipo in quanto l’entità della rendita complementare dipenderà dal numero di anni durante i quali sono stati prodotti i versamenti, oltre che dal loro ammontare.

I vantaggi tuttavia possono riguardare anche chi è già vicino alla pensione, perché potrà ricevere l’intera somma accumulata in un’unica soluzione (rendita totale in capitale) nel caso in cui la rendita annua derivante dalla conversione del 70 per cento del montante finale dovesse essere inferiore  alla metà della pensione sociale (5.889 euro annui per il 2018).

Un dato che assume particolare rilevanza alla luce della vantaggiosa deducibilità fiscale dei contributi versati, fino a un massimo di 5.164,57 euro annui.

Certo, gli interventi legislativi adottati fino a oggi adottati non sono stati facilitanti né clementi. Basti ricordare che, anche nel recente passato, la diffusione dei fondi integrativi è stata incredibilmente ostacolata quando il governo  ha  deciso di aumentare la tassazione dei rendimenti dall’11,5 al 20 per cento, quando in molti altri paesi l’aliquota in fase di accumulo è zero.

Le forme pensionistiche complementari presenti oggi in Italia sono i fondi pensione negoziali, i fondi aperti e i piani individuali pensionistici (Pip).

I  Pip sono le classiche polizze vita istituite dalle compagnie assicurative su base di contribuzione individuale. I fondi pensione aperti invece sono istituiti dalle banche o dalle società di gestione del risparmio (Sgr) a cui possono aderire i professionisti, i lavoratori autonomi e gli stessi dipendenti.

I fondi negoziali, detti anche “fondi chiusi”, sono indirizzati a specifiche categorie di lavoratori.

Allo stato attuale a favore dei medici agiscono due fondi complementari disponibili: il FondoSanità, aperto a tutti medici sia dipendenti che libero professionisti, e il Fondo Perseo-Sirio, per medici e sanitari dipendenti.

FondoSanità (www.fondosanita.it) prevede che i contributi versati siano deducibili dal reddito complessivo dell’aderente. La deduzione spetta anche per i contributi versati a favore di persone fiscalmente a carico.

La rendita sarà soggetta a un’imposta con l’aliquota del 15 per cento, ridotta di 0,3 punti percentuali per ogni anno di adesione oltre il quindicesimo anno. Il limite massimo di riduzione è fissato a 6 punti percentuali, con la conseguenza che la pensione potrà essere soggetta a una tassazione di appena il 9 per cento.

È possibile richiedere anticipazioni, per esempio per sostenere spese sanitarie o altre necessità. L’eventuale trasferimento a un altro fondo pensione di quanto si è versato è sempre esente da oneri fiscali.

Il Fondo  Perseo Sirio (www.fondoperseosirio.it) permette di versare, oltre al Tfr, un contributo pari all’1 per cento della retribuzione, ottenendo il diritto al versamento da parte del proprio datore di lavoro di un ulteriore 1 per cento.

Per i dipendenti  pubblici assunti prima del 1 gennaio 2001 che decidono di aderire a Perseo Sirio e di trasformare contestualmente l’Indennità Premio di Servizio in godimento in Tfr, è prevista un’ulteriore quota  di accantonamento pari all’1,5 per cento della base contributiva.

A vigilare su questo settore è la Covip, la Commissione di vigilanza sui fondi pensione.

I suoi compiti spaziano dall’approvazione degli statuti e dei regolamenti dei fondi alla verifica della loro corretta gestione.

Grazie al suo operato i soci possono stare tranquilli di poter contare su un fondo che agisce nel rispetto delle norme sugli investimenti, che stipula convenzioni con i gestori nell’interesse degli iscritti e che lavora mantenendo con i propri soci un rapporto fondato sulla correttezza e la trasparenza.

Claudio Testuzza