La nazionale psichiatrici sul tetto del mondo

Vincere la coppa del Mondo di calcio a 5 ‘più matto’. È questo il sogno realizzato della squadra nazionale italiana  dei “Crazy for football” che si è aggiudicata  la seconda edizione del campionato mondiale di calcio a 5 per pazienti psichiatrici, ideato e promosso da Santo Rullo, psichiatra da trent’anni ed ex calciatore.

Il calcio d’inizio del torneo Dream World Cup 2018 è stato dato il 13 maggio scorso, esattamente 40 anni dopo l’entrata in vigore della legge Basaglia, che sancì la chiusura dei manicomi in Italia. La competizione a cui hanno partecipato dieci squadre (Italia, Spagna, Argentina, Cile, Francia, Giappone, Perù, Senegal, Ucraina e Ungheria) si è svolta nella Capitale sotto l’egida della Figc (Federazione italiana gioco calcio), del Coni (Comitato olimpico nazionale italiano) e dell’Ifcmh (Comitato internazionale del Calcio per la Salute Mentale).

L’impegno organizzativo è stato considerevole, visto che il campionato ha coinvolto “oltre 160 atleti e 200 istituzioni, tra associazioni sportive, strutture sanitarie e centri di salute mentale, sparsi in tutto il globo”.

A raccontarlo è lo stesso Rullo, sottolineando il valore positivo universale dello sport.

Gli aspiranti campioni sono pazienti dai 22 ai 56 anni, con differenti patologie, dallo spettro depressivo a quello psicotico, e vari livelli di ‘recovery’ (recupero). Per il loro percorso terapeutico – spiega lo psichiatra – il calcio si è rivelato un alleato fondamentale.

“Avere un avversario reale permette di combattere i fantasmi della mente, di scendere in campo con altre persone”, prosegue Rullo, responsabile anche della struttura residenziale terapeutico riabilitativa Villa Letizia a Roma.

Più che il risultato, conta confrontarsi. “L’importante – spiega – è allenarsi al ritorno nella società, ricominciare a interagire con gli altri e ad accettare le regole. Inoltre con il calcio si combatte la sedentarietà e l’incremento ponderale dovuto in alcuni casi al trattamento farmacologico, esaltando il lavoro di squadra e migliorando l’autostima”.

Un miracolo? No – conclude Rullo – perché la salute mentale non si cura solo con il Dsm (Manuale dei Disturbi mentali), ma “con la vita, la musica, la videoart e lo sport”.

La squadra azzurra allenata da Enrico Zanchini, ha sconfitto il Cile e l’Ucraina nella prima giornata del torneo, poi nei quarti di finale si è imposta sulla Francia e in semifinale sul Perù.

L’impresa era già stata sfiorata nel 2016 ad Osaka, in Giappone, quando i “Crazy for football” si classificarono terzi.

Proprio questa avventura nipponica è stata raccontata da Volfango De Biasi e Francesco Trento nel volume “Crazy for football” (Longanesi) e nell’omonimo documentario, autoprodotto, premiato nel 2017 ai David di Donatello.

 

di Paola Stefanucci