“La mia assicurazione professionale? Costa due mesi di stipendio”

L’Enpam preme da tempo per arrivare ad una soluzione vantaggiosa per i suoi iscritti

“Facciamo un patto: io ti racconto tutto, ma anche se la mia storia è la stessa di mille colleghi non usare il mio vero nome. Meglio essere prudenti…”. Alessandra ha poco più di 35 anni ed è assunta nel reparto di Ginecologia in un ospedale romagnolo. Insieme a Ortopedia la sua specialità è tra quelle meno gradite alle compagnie assicurative, preoccupate dall’incidenza di richieste di risarcimento da centinaia di migliaia di euro.

“Il giorno dopo la fine della scuola di specialidottoreSPALLEzzazione la prima cosa che facciamo è il giro di broker e filiali”. Alessandra racconta l’esperienza vissuta nel 2010,
quando appena terminata la scuola si è rivolta a una compagnia assicurativa per tutelarsi nell’esercizio della libera professione e chiedere il suo primo preventivo: “Quando gli ho detto che ero una ginecologa, la prima cosa che ha fatto l’agente è stato spalancare gli occhi preoccupatissimo per il fatto che potessi lavorare anche in sala parto. Si è preso qualche giorno e dopo un po’ si è rifatto vivo per propormi un premio da 10mila euro a fronte di un massimale da un milione”.

Grazie al passaparola delle colleghe, alla fine Alessandra ha trovato una polizza da 4mila euro annui per una copertura che nel gergo delle compagnie aeree low cost verrebbe definita ‘senza fronzoli’: nessuna clausola aggiuntiva e neppure la tutela legale. “Quella me la sono potuta permettere solo qualche anno dopo, quando ho ottenuto un contratto di libera professione con l’Asl. Mi è andata bene, visto che se vuoi proseguire con la libera professione e aumentare il massimale le cifre diventano insostenibili. Ma ricordo ancora l’angoscia di dovere versare praticamente il guadagno di due mesi ogni volta che arrivava il 7 gennaio”.

Oggi Alessandra ha mantenuto la propria polizza per l’attività libero professionale che pratica in extramoenia, ha una clausola di tutela legale, un massimale più elevato e una copertura per la colpa grave che integra la polizza della struttura in cui opera per un premio complessivo di 5mila euro. Oltre a una richiesta di risarcimento danni da circa 15mila euro. “Dopo cinque anni è praticamente impossibile non avere ricevuto denunce, conosco colleghi che ne hanno anche due o tre. Sappiamo che funziona così e ci attrezziamo di conseguenza, ma avere la possibilità di una convenzione sarebbe un grande aiuto. Soprattutto quando si comincia a lavorare”.

Convenzione bloccata dall’incertezza

Enpam e Fnomceo hanno da tempo unito le forze per offrire un’unica convenzione ai professionisti di tutte le specialità, in coerenza con gli obiettivi indicati per la costruzione di un piano di assistenza strategica a favore di medici e odontoiatri. La strada intrapresa da Ente e Federazione degli ordini è stata tuttavia rallentata: manca a quasi due anni dall’introduzione dell’obbligo di assicurazione, il decreto che regolamenta i requisiti minimi della polizza. L’Enpam ha contribuito al dibattito sulla legge che regolerà la responsabilità professionale. Nel ddl approvato a gennaio alla Camera è contenuto l’impegno per i ministeri di Sviluppo economico, Salute ed Economia ad aprire un tavolo risolutivo sul tema dei requisiti delle polizze con compagnie assicurative e organizzazioni di settore .

Inviate i vostri quesiti all’indirizzo giornale@enpam.it (oggetto: “Rubrica assicurazioni”). Gli argomenti suggeriti verranno approfonditi nei numeri successivi.

Andrea Le Pera

@FondazioneEnpam