“La categoria ci aspetta”

PresZucchelli2Serafino Zucchelli, soddisfatto del risultato elettorale che lo ha riconfermato presidente insiste sulla necessità di misurarsi con le criticità dei contribuenti e di dare insieme alle altre Casse risposte concrete

Riconfermato alla presidenza Onaosi Serafino Zucchelli parla dopo un clima arroventato e marcato dalla polemica fondata sul presunto trasferimento della sede dell’Onaosi a Roma e di una possibile fusione con l’Enpam. “Alcuni dirigenti dell’opposizione hanno avuto una partecipazione emotiva e drammatica – ha detto -. La loro aggressività è stata molto forte e il rispetto della verità abbastanza mediocre”.

Allora andrete via da Perugia?

È una cosa completamente inventata, non ci abbiamo mai pensato l’hanno costruita, pompata creando un allarme non solo tra i loro iscritti, a cui interessa ben poco, ma un disagio sociale nella città. Un unico consigliere del comitato di indirizzo aveva sostenuto la sua opinione sull’opportunità di avere una sede di rappresentanza a Roma, ma l’idea non è stata mai accettata e mai messa ai voti perché non aveva senso. Il nostro ente sta a Perugia da 120 anni, qui abbiamo la maggior parte degli immobili, c’è un radicamento fortissimo con la città, i nostri 200 impiegati sono tutti di questa zona.

È soddisfatto del risultato?

È andata molto meglio di quanto non pensassi. La nostra lista era fatta dai sindacati medici di categoria, e per questo rappresentavamo il vecchio, tutto ciò che è strutturato e che oggi si tende a demonizzare e sostituire. Credo che i colleghi però abbiano considerato il fatto che i sindacati hanno tenuto in vita i mondi professionali, hanno permesso loro di essere rappresentati. Non dimentichiamo che i sindacati, il mio per primo l’Anaao, sono stati tra i più forti difensori del Servizio sanitario nazionale. Queste sono medaglie che non mi voglio staccare dal petto neanche a morire. Nel suo programma si parla di collaborazione con le altre Casse.

Nel suo programma si parla di collaborazione con le altre Casse. Cosa significa?

Penso alle criticità dei contribuenti stessi. La categoria ci aspetta. Potremmo provare a risolvere insieme il problema delle nuove forme di assistenza (non autosufficienza, tossicodipendenze, alcolismo, figli disabili) che li riguardano. Mettere dei soldini insieme. Ci sono degli strani incroci. I nostri contribuenti obbligatori sono i dipendenti, ma sono anche iscritti dell’Enpam. Non è che siamo molto lontani come famiglia. Insisto sull’idea di staccare un pezzo della contribuzione obbligatoria per destinarlo a queste forme di assistenza Ho modificato lo Statuto, che deve ancora essere approvato dai Ministeri vigilanti, per rendere possibile delle associazioni, per strutturarci e fare insieme. Spero che questo messaggio arrivi. Ho ricevuto parole di conforto ma stentiamo a decollare. E poi potremmo mettere a disposizione degli altri enti le nostre competenze specifiche per assistere i giovani fino ai 30, 32 anni, ma anche i minori.

Ci saranno riduzioni per le spese degli amministratori?

Farò delle proposte che dovranno essere votate. Io credo che la misura giusta per un presidente di un ente come il nostro è che guadagni come un dirigente medico. A scendere, molto meno. All’Onaosi il gettone di presenza è solo per le riunioni ufficiali del Consiglio di amministrazione e del Comitato di indirizzo. Un consigliere di amministrazione guadagna come un professore di scuola media.

Idee sulla comunicazione?

Bisogna farlo conoscere quest’ente. Credo che una delle cause per cui è stato finora scarsamente conosciuto sia che le prestazioni erano quasi tutte per le famiglie in cui moriva il contribuente. In questi casi non c’è l’esperienza dell’opera assistenziale compiuta, le persone che vivono un lutto e ricevono un sostegno non fanno propaganda. Diverso se ti occupi del vivente perché lì cominci a vedere il beneficio. E poi dobbiamo pensare a una comunicazione dell’Onaosi in una dimensione più ampia, con un respiro nazionale.

Laura Petri

@FondazioneEnpam

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