Inps, dieci anni di profondo rosso

Per il decimo anno consecutivo l’Inps approverà un bilancio in disavanzo.

La novità è che per il 2020 si eviterà l’esercizio provvisorio.

A fine anno il Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Inps (Civ) ha, infatti, approvato all’unanimità il bilancio preventivo 2020, nonostante i 63 giorni di ritardo rispetto ai termini regolamentari con cui questo è stato predisposto dagli organi di gestione.

Nel dettaglio, il bilancio Inps per il 2020 prevede alla fine dell’anno un risultato di esercizio negativo per 6,38 miliardi di euro, con un lieve miglioramento rispetto alle previsioni del 2019.

Il risultato di esercizio è influenzato positivamente dalla previsione del gettito contributivo, in crescita per 3,4 miliardi di euro, relativo al lavoro dipendente privato e alla gestione separata. In termini negativi, il bilancio registra un incremento dei crediti per 7,38 miliardi di euro.

Uno squilibrio gestionale dovuto, per la maggior parte, all’accantonamento di sette miliardi sul fondo svalutazione crediti contributivi.

L’Inps ha previsto nel 2020 entrate dai contributi per oltre 236 miliardi di euro e prevede di pagare prestazioni per 341 miliardi circa, di cui 5,2 legati al secondo anno di sperimentazione di Quota 100 e 7,1 per il reddito di cittadinanza.

Dallo Stato sono comunque attesi trasferimenti per circa 123 miliardi, di cui 86 per coprire prestazioni previdenziali e assistenziali, e circa 17 per finanziare le politiche attive per il lavoro.

Gli interventi assistenziali per invalidità civile e accompagno saranno, infatti, di circa 18,7 miliardi di euro, altri interventi di protezione sociale sono preventivati in 15 miliardi di euro.

Il documento di bilancio conferma inoltre il rilevante contributo dei pensionati alla fiscalità generale, con trattenute Irpef versate dall’Inps allo Stato per 58 miliardi di euro.

Claudio Testuzza