Il medico del terremoto

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A poche ore dalla prima scossa di terremoto, il dottor Paolini è riuscito ad allestire un ambulatorio nel campo sportivo comunale per assistere pazienti e sfollati

schermata-2016-09-28-alle-16-07-39“Per prima cosa sono corso a mettere in salvo mia suocera. Il suo portone di casa era rimasto bloccato dalle macerie di un edificio crollato, per estrarla sono dovuti intervenire i Vigili del fuoco che l’hanno imbragata e calata dalla finestra. Subito dopo ho preso il camper e sono venuto qui sul piazzale del campo sportivo”.

Italo Paolini (nella foto in basso), 58 anni, è un medico di medicina generale di Arquata del Tronto, uno dei comuni più danneggiati dal sisma insieme ad Amatrice e Accumoli. Oggi a una settimana di distanza da quel 24 agosto racconta come con spirito d’iniziativa e intraprendenza sia riuscito in piena fase emergenziale ad assicurare un servizio di assistenza primaria per i suoi concittadini.

“Ho replicato il modello visto in Abruzzo – racconta – . Ero stato volontario a Monticchio in occasione del terremoto dell’Aquila e avevo visto come si erano organizzati. Anche lì, messi in salvo i feriti gravi, ci si era trovati davanti al problema di dare assistenza agli anziani, farmaci ai malati cronici e, più in generale, supporto a chi ne aveva bisogno”. Un paio d’ore dopo il sisma, Paolini era già pronto per mettersi al lavoro. “Sono arrivati la Protezione civile e i Vigili del fuoco, mi hanno allestito la tenda in cui ho sistemato una scrivania, il notebook e la stampante. Una volta recuperati dal cloud i dati degli assistiti, ho potuto riprendere l’attività”. La tecnologia della ‘nuvola’ è stata un fattore determinante, così come il ripristino tempestivo di una linea adsl avvenuto grazie all’intervento della Protezione civile.

29361791462_946cf0fb98_o“I primi ad avere necessità di una prescrizione – spiega Paolini – sono stati gli anziani che prendono abitualmente farmaci. Con quelli residenti ad Arquata non ho avuto problemi, perché nel frattempo avevo recuperato le loro cartelle cliniche. Tra gli sfollati però c’erano anche tanti che venivano da fuori, alcuni prendevano anche otto, nove o dieci medicine diverse al giorno. Ricostruire la loro storia è stato un po’ più complicato. E per fortuna l’Ordine dei farmacisti ha inviato un camper pieno di medicinali”. Paolini esercita in un ambulatorio allestito nella tendopoli, dove in questi giorni sono ospitate circa 150 persone. “Casa mia non ha subito danni, lo studio invece ha delle crepe importanti per cui mi ci vorrà un po’, almeno diversi mesi, prima di pensare a rientrare”.

Oltre a computer, scrivania e lettino, l’ambulatorio provvisorio si sta arricchendo dei servizi messi a disposizione dalla Regione Marche. “Mi stanno mettendo la tele-cardiologia collegata all’Isca di Ancona quindi ho la possibilità di fare un elettrocardiogramma e averlo refertato immediatamente dal cardiologo. In più abbiamo un servizio di tele-dermatologia e di tele-diabetologia”. Insieme a Paolini ci sono “i colleghi dell’Umbria e delle Marche, una quarantina di volontari circa, che mi stanno aiutando a tenere aperto lo studio 12 ore al giorno, sette giorni su sette”. Con il suo team, garantisce l’assistenza anche alle vicine tendopoli di Pescara del Tronto e di Sperlonga.

“Sia di mattino che di pomeriggio facciamo il giro dei campi per verificare le necessità. Anche il personale infermieristico svolge un ruolo fondamentale”. Mentre racconta la terra trema ancora. “Una scossetta” commenta. Sul futuro nonostante tutto resta ottimista. “Tenuto conto che il primo ospedale si trova a mezz’ora di auto, spero una volta rientrata l’emergenza di mantenere i servizi di telemedicina. L’idea sarebbe quella di fare un piccolo poliambulatorio dotato di tutti i supporti per la diagnostica di base. I miei assistititi risparmierebbero tempo e chilometri”.

FOTO GALLERY:

Marco Fantini

Foto di Tania Cristofari (inviati ad Arquata del Tronto e Amatrice)

@FondazioneEnpam