Mmg: una scuola peculiare e più borse di studio

La maggiore sfida previdenziale in questo momento per noi riguarda proprio i medici di famiglia. Tantissimi infatti stanno andando in pensione ma non potranno essere rimpiazzati da giovani colleghi perché in Italia sono pochissimi i medici che vengono formati per questa professione.

Il nostro Paese dichiara di voler puntare sull’assistenza territoriale, ma fa ben poco perché questo diventi realtà.

Il numero di posti previsti per il corso di formazione in medicina generale è  inadeguato alle esigenze del territorio.

Il corso, inoltre, è organizzato e gestito in modo diverso dalle altre scuole di specializzazione.

In questo modo la carriera del medico di famiglia rischia di apparire come una scelta di minore prestigio rispetto a quella del medico specialista che va a lavorare negli ospedali.

Come Enpam ci stiamo impegnando per difendere tutte le opportunità professionali dei futuri colleghi, prima tra tutte la medicina di famiglia.

Chiederemo, per questo, il riconoscimento accademico della formazione con una scuola di specializzazione peculiare e, nello stesso tempo, un numero congruo di borse di studio.

Noi stessi, come ente previdenziale, abbiamo proposto di investire fondi per favorire la formazione di un maggior numero di medici interessati a intraprendere questa carriera.

È necessario anche che le università, già dal corso di laurea, sappiano orientare i futuri medici alle cure primarie e alla medicina del territorio, con un insegnamento più orientato alla pratica, alla medicina dei problemi, e all’utilizzo di un’adeguata tecnologia. Solo in questo modo è possibile dare alla medicina di famiglia il ruolo primario che le spetta nell’organizzazione di un sistema sanitario nazionale davvero efficiente.

Sono certo che questa conferenza sarà anche l’occasione proficua per trovare linee guida comuni ai Paesi europei.

 

di Alberto Oliveti
Presidente Fondazione Enpam

 

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