Il Cavaliere, la dottoressa e quell’aggressione sventata

“Ho sentito urlare e non c’ho pensato un attimo a intervenire, siamo tutti esseri umani”. Il coraggio e l’altruismo con cui, a proprio rischio, è intervenuto in difesa di una dottoressa violentemente aggredita sono valsi a Mustapha El Aoudi la nomina a Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

Cittadino marocchino quarantenne, in Italia dal 1990, Mustapha fa il venditore ambulante a Crotone. Il 4 dicembre scorso è intervenuto in difesa di Nuccia Calindro, un medico dell’ospedale San Giovanni di Dio, aggredita da un uomo che l’accusava della morte della madre. Grazie all’intervento di Mustapha, l’assalitore è stato fermato dalla Polizia.

“Sono stata aggredita da un vicino di casa – racconta Calindro – . Mi aveva chiamato perché sua mamma stava male, così sono andata a visitarla e dietro consiglio del medico curante, ho suggerito di portarla in ospedale. Ho accompagnato madre e figlio all’ambulanza, poi non li ho più visti”.

La signora è quindi deceduta in ospedale e il figlio ha ritenuto la Calindro responsabile dell’accaduto.

“Dopo una giornata di lavoro sono uscita dall’ospedale e sono stata aggredita – ricorda la dottoressa – il primo colpo mi è arrivato da dietro, con un cacciavite. Poi mi ha bloccato davanti e con violenza ha continuato a darmi pugni e colpi di cacciavite. Ho creduto di morire perché avevo capito che non si sarebbe fermato”.

L’aggressore aveva con sé anche un coltello che fortunatamente non ha utilizzato. “Improvvisamente mi sono sentita libera e mi sono ritrovata sull’ambulanza. Solo quando ho visto i video della scena – aggiunge Calindro – ho riconosciuto Mustapha che bloccava l’aggressore prima che mi colpisse nuovamente al torace, poi l’ha rincorso e fermato, praticamente l’ha arrestato lui”.

“Conoscevo da tanti anni la dottoressa, così come conosco altri medici perché la mia piccola bancarella è proprio davanti all’ospedale – racconta Mustapha El Aoudi – . Quando ho sentito urlare mi sono lanciato subito, non avevo capito che fosse lei”.

Mustapha “è un uomo buono, sta sempre davanti all’ospedale a lavorare e l’ho visto crescere da quando era ragazzo – dice la dottoressa con dolcezza – . Una volta avevo lasciato il finestrino dell’auto aperto e un tossicodipendente c’era entrato dentro. Lui lo cacciò via e mi fece avvisare”.

I due protagonisti di questa storia sono sempre in contatto. “Lui è orgogliosissimo del titolo di Cavaliere – conclude Calindro – e sono tanto felice per lui. Se lo merita tutto, è stato coraggiosissimo”.

Maria Chiara Furlò