Gli ‘specialisti dei cavalli’

Riabilitazione equestre: in attesa di una formazione ad hoc, psichiatri e neuropsichiatri guidano le equipe multiprofessionali

12022541_492833297545030_4844175318205652081_o“Ho incontrato la riabilitazione equestre al termine della mia laurea in Medicina, durante la scuola di specializzazione in psichiatria all’università ‘Sapienza’ di Roma. L’ho conosciuta nei primi anni ‘90 grazie al professor Nicola Ciani, che introdusse anche in Italia nuove forme di approccio al disturbo psichico, dall’arte-terapia, alla musicoterapia fino appunto alla riabilitazione equestre”.

Assunta Papa, psichiatra e direttore sanitario del Centro di riabilitazione equestre ‘Girolamo de Marco’ (nelle foto), è stata uno dei primissimi medici in Italia ad interessarsi al cavallo come ‘strumento’ terapeutico. Da allora sono trascorsi più di vent’anni, ma solo nel 2015 la Conferenza Stato-Regioni ha licenziato le linee guida per gli interventi assistiti con animali, che stabiliscono – tra le altre cose – che i progetti terapeutici di riabilitazione equestre debbano essere elaborati da medici specialisti (o in alternativa da psicologi psicoterapeuti).

Le Regioni nel frattempo hanno fatto proprie le indicazioni (Lazio e Lombardia da ultime a marzo e aprile scorso). Ciò che è ancora oggetto di discussione è il tipo di specializzazione, qualifica e percorso formativo necessari per diventare un ‘medico dei cavalli’. I criteri sono oggetto di definizione da parte di un gruppo di lavoro attivo in questi mesi al ministero della Salute.

DUE ESPERIENZE: ROMA E MILANO

Specie in questa fase di recepimento delle indicazioni, le esperienze maturate nelle strutture già attive possono fornire utili e pratiche indicazioni. A Roma c’è il Centro di riabilitazione equestre ‘Girolamo de Marco’, che assiste circa 100 giovani disabili in due strutture messe a disposizione dalla Polizia di Stato e dal Reggimento dei Lancieri di Montebello.

“L’associazione – racconta Assunta Papa, psichiatra e direttore sanitario del Centro – è presente dal 1989 e si avvale di volontari e operatori specializzati Anire, l’Associazione nazionale italiana di riabilitazione equestre e di equitazione ricreativa per gli handicappati”. “Con Riabilitazione equestre – spiega Papa – si intende quell’insieme di tecniche che vanno scientificamente sotto la denominazione di Metodo Globale di Riabilitazione a mezzo del Cavallo e che affrontano varie disabilità fisiche e psichiche, utilizzando come strumento il cavallo”.

L’attività della struttura romana è materialmente resa possibile grazie al progetto delle Forze dell’Ordine che mettono a disposizione le strutture e gli animali del Centro Ippico Militare dei Lancieri di Montebello in viale di Tor di Quinto e quelle della Caserma ‘La Marmora’ della Polizia di Stato in via Anicia, a Trastevere. “Nei vent’anni dalla costituzione – dice Papa – sono passati dal Centro più di 600 disabili, in prevalenza tra i 6 e i 15 anni. La nostra attività va avanti con continuità da ottobre a giugno, per un totale di quasi 800 sedute individuali, ciascuna della durata di 40 minuti”.

“Riabilitare attraverso l’uso del cavallo – dice ancora Papa – è un lavoro interdisciplinare, svolto da personale qualificato attraverso corsi specifici certificati quali tecnici di riabilitazione equestre, che richiede l’ausilio di psichiatri, neurologi, fisiatri, psicologi, fisioterapisti, insegnanti di sostegno e famiglie”.

In Lombardia il punto di riferimento è il Centro di riabilitazione equestre ‘Vittorio Di Capua’. La struttura integrata con i servizi di recupero e rieducazione dell’Ospedale Niguarda Ca’ Granda di Milano, è specializzata nelle discipline medico-riabilitative che utilizzano il cavallo come strumento terapeutico. “Seguiamo pazienti, soprattutto nella fascia di età compresa tra i due e i sedici anni. Le patologie di cui ci occupiamo sono neurologiche (midollari e periferiche), paralisi cerebrali infantili, traumi cranici, sindromi psichiatriche e ortopediche” dice Roberto Vaccari, neuropsichiatra, direttore della struttura complessa di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza dell’ospedale milanese.

Insieme al dottor Vaccaro e all’equipe di terapisti, psicologi e psicomotricisti, operano altre due neuropsichiatre, le dottoresse Michela Marzorati e Alice Passarin. “Questa del Niguarda – dice Vaccaro – è l’unica struttura in Lombardia a erogare prestazioni riconosciute dal Ssn, come neuropsichiatria infantile. Il medico responsabile del progetto coordina le altre figure della equipe ed è responsabile dell’elaborazione e dell’attuazione del piano riabilitativo. In pratica determina i tipi di interventi, gli obiettivi, i tempi di attuazione e poi verifica”.

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RIABILITAZIONE EQUESTRE E IPPOTERAPIA

La riabilitazione equestre (in inglese therapeutic riding) è un tipo di intervento che utilizza come mezzo terapeutico il cavallo. Nel 1982 il Congresso internazionale di Amburgo del 1982 ha delineato le tre fasi attraverso cui si articola:

  • ippoterapia: si intende il primo approccio con il cavallo (ma parlando di handicap psichici gravi si fa riferimento a quella fase in cui non è richiesta la partecipazione attiva del soggetto);
  • rieducazione attraverso equitazione e volteggio: richiede un approccio attivo al mondo del cavallo e dell’equitazione (coinvolge tutte le aree cognitive, relazionali e psicomotorie);
  • equitazione presportiva: il soggetto sviluppa la consapevolezza dell’equitazione come disciplina, sportiva e non: la prestazione, la competitività, ma anche un rapporto speciale con il cavallo e l’inserimento in riprese e lavori di maneggio con normodotati.

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