Giallo sui nuovi medici. Rischio bocciatura per il 30 per cento

È giallo sull’esame di Stato abilitante per i dottori in Medicina e Chirurgia di luglio 2019.

La nuova prova non è ancora stata ufficialmente indetta e la proroga fino al 2021 della vecchia modalità – ossia quella basata su un database noto – richiesta a gran voce dalle associazioni di studenti e laureati al ministero dell’Università, è tutt’altro che certa.

“NOI DISCRIMINATI”

Gli interessati dalla riforma dell’ex ministra Fedeli, riuniti in un attivissimo gruppo Facebook, sono circa 1.400 giovani laureati nelle sessioni di dicembre 2018, febbraio e marzo 2019.

Dopo aver trattenuto il fiato sino all’ultimo in attesa dell’avvio dei tirocini obbligatori (leggi Abilitazione, tirocini sbloccati. Si parte il 10 aprile), puntano ora a disinnescare il rischio di una nuova discriminazione rispetto ai colleghi abilitati con le vecchie modalità.

Il dato evidenziato da cui partono è incontrovertibile: con il vecchio test la percentuale di successo toccava il 98 per cento, mentre nella simulazione fatta lo scorso novembre con modalità di svolgimento molto simili a quelle nuove, gli esiti positivi superano di poco il 70 per cento.

Con modalità di svolgimento molto simili a quelle nuove, gli esiti positivi superano di poco il 70 per cento

Si tratta quindi di un esame che richiede una maggiore preparazione e che, soprattutto per chi si è laureato già lo scorso dicembre, potrebbe comportare in caso di esito negativo un allungamento dei tempi ulteriore e il rischio di slittamento della possibilità di partecipare ai test di ammissione alle Specializzazioni.

MISTERO IN ATTESA DEL BANDO

“Il testo per ripristinare la vecchia abilitazione con database è pronto, l’ho già trasmesso ai Ministeri competenti, aspettiamo la finestra normativa per inserire il testo”. Così si legge in un post su Facebook, del deputato M5S, Manuel Tuzi, impegnato da diverso tempo sulla questione. Che si stia discutendo a livello ministeriale di questa proroga lo confermano anche le voci dei laureati in Medicina che lo scorso 13 marzo hanno protestato davanti al Miur per lo sblocco dei tirocini e per il ripristino del vecchio database.

Una loro delegazione è stata in quell’occasione ricevuta dal sottosegretario all’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, che – secondo quanto riferiscono i partecipanti all’incontro – avrebbe rassicurato gli interessati parlando di un impegno preso dal Miur insieme al ministero della Salute per intervenire con un decreto legge (che entrerebbe in vigore immediatamente) entro i primi di aprile che proroghi il decreto ministeriale 445 del 2001 (e quindi le vecchie modalità d’esame) fino al 2021.

Per procedere però è necessario che l’argomento entri nell’ordine del giorno di uno dei prossimi Consigli dei ministri e, naturalmente, sia approvato. In questo caso, infatti, un più semplice decreto ministeriale non basterebbe a risolvere la situazione, serve invece una fonte giuridica di primo grado.

Sull’argomento, il 18 marzo scorso, il sottosegretario Fioramonti ha anche pubblicato un tweet in cui annunciava un “provvedimento apposito sull’esame di abilitazione”, senza però specificare nei termini di che tipo di norma si tratti.

Tuttavia al ministero della Salute – come risulta al Giornale della Previdenza – al momento non ci sono lavori in corso su un testo che proroghi le vecchie modalità d’esame.

Maria Chiara Furlò