Frida Kahlo, quando l’arte si fa cura

“Bevo per affogare i miei dolori, però ora queste cose dannate hanno imparato a nuotare”. Una frase che è l’ammissione della vittoria di Frida su Frida, una donna segnata da una vita di sofferenza fisica e tormenti in amore, ma che ha trovato la chiave per continuare con tenacia.

L’arte diventa veicolo di resistenza e strumento per superare gli abissi di incertezza. È questo che emerge nella mostra dedicata all’artista messicana nata a Coyoacàn, quartiere di Città del Messico, 111 anni fa.

Frutto di sei anni di studi e ricerche, nell’esposizione emerge il profilo di una donna rivoluzionaria anche grazie all’archivio scoperto recentemente nella Casa Azul, la dimora messicana dove Frida ha vissuto a lungo con l’artista e compagno Diego Rivera.

Un percorso composto da un centinaio di opere, tra cui fotografie, documenti e dipinti arrivati direttamente dal Museo Dolores Olmedo della capitale messicana. Frida Kahlo trova nell’arte l’affermazione della ‘messicanità’ e dell’essenza femminile, ma al tempo stesso dimostra una leggendaria forma di resilienza. E sono questi gli aspetti innovativi nel raccontare la pittrice:

Fino ad ora, nel migliore dei casi sottolinea lo storico dell’arte Diego Sileo, curatore della mostra la sua pittura è stata interpretata come un semplice riflesso delle sue vicissitudini personali o, nell’ambito di una sorta di psicoanalisi amatoriale, come un sintomo dei suoi conflitti e disequilibri interni”.

Qui invece viene messo in risalto il valore artistico delle sue opere e della sua poetica. “A cosa servono i piedi se ho le ali per volare?” scrisse un anno prima della sua scomparsa, avvenuta il 13 luglio del 1954, a soli 47 anni.

Il volo di Frida avveniva prima di tutto nelle tele dove raccontava le lancinanti sofferenze di cui era vittima dal 1925, quando in un incidente mentre era a bordo di un tram gli si spezzò in tre punti la colonna vertebrale e subì gravissime ferite all’addome.

Dopo 32 operazioni chirurgiche sarà costretta per il resto della vita a indossare busti di acciaio per lenire i dolori alla schiena. Ma nessun ostacolo ha fermato la sua mano di artista, diretta verso una tela da dipingere o per aggiustare dei fiori nei capelli.

di Cristina Artoni

FRIDA.OLTRE IL MITO.
1 febbraio – 3 giugno 2018

Orari: lunedì 14.30 – 19.30
lunedì 23/04 e lunedì 30/04 apertura ore 9:30
martedì – mercoledì 9.30 – 19.30
giovedì – venerdì: 9.30 – 22.30
sabato – domenica: 9.00 – 22.30

Biglietti: intero 13 € – ridotto 11€

MUDEC – Museo delle Culture di Milano
via Tortona 56, 20144 Milano
www.mudec.it