Fonda, il medico-esule che dipinge per i re

Lorenzo Fonda ha il senso della vita del migrante, una professione da medico e la passione dell’artista. La sua filosofia di “vivere come un campeggiatore”, come lui stesso ama definirla, è stata un biglietto aperto per girare mezzo mondo. Per esporre le sue opere, da San Pietroburgo a Sydney.

I primi nitidi ricordi nella storia del pittore-camice bianco risalgono al ’52, quando all’età di cinque anni da Pirano d’Istria si trasferisce a Trieste con la famiglia per sfuggire al regime di Tito.

Dopo la scomparsa del padre, medico condotto morto alla vigilia del proprio esame di specializzazione in Cardiologia, Lorenzo parte per Parigi, dove inizierà a dipingere da adolescente.

L’emozione profonda, il turbamento dell’artista, arrivano al Louvre davanti alla ‘Morte della Madonna’ di Caravaggio. Il ‘genio del vero’, che per il maestro Fonda rimarrà fonte costante di ispirazione.

Dopo il soggiorno a Parigi, Lorenzo entra al collegio Onaosi di Perugia, l’ente di assistenza per gli orfani dei sanitari, che lo ospita per terminare il liceo scientifico e per frequentare Medicina.

“Devo tanto all’Onaosi. La vita e la disciplina del convitto – commenta il pittore – sono state molto formative”. Da assistito organizzerà la sua prima mostra, nel ’69, e in seguito diventerà internista e medico di base.

Stringe amicizia col collega, pittore e medico, Alberto Burri, e con Giorgio Albertazzi, del quale diventerà amico e dottore personale, portando avanti una lunga collaborazione come scenografo.

“Incontri abbastanza casuali e fortunati”, li definisce con una buona dose di modestia il pittore che ha fatto della semplicità una sua personale unità di misura.

“Sono convinto – spiega – che sia una dote presente nelle persone in proporzione al loro valore”.

“Quando ho ricevuto l’invito della regina Noor di Giordania, che vide i miei quadri a Roma, pensavo fosse uno scherzo. Re Hussein – racconta – mi disse: se dipingi così la Giordania, questa è la tua terra”.

Fonda dipinge anche per il Vaticano e per personalità come Sting, Robert Redford e Madonna.

“Pittore e medico sono due professioni simili. Le capacità per fare una diagnosi sono le stesse che permettono a un artista di cogliere gli elementi essenziali per realizzare un’opera”, commenta nel suo studio di Perugia, illuminato dalla stessa atmosfera che anima i suoi recenti quadri del ciclo “Tra sacro e profano”. Mistici, drammatici, carnali.

Le sue opere si possono ammirare in vari Paesi e sedi istituzionali.

Anche alla sede centrale Onaosi, dove il maestro Fonda ha lasciato il suo tributo da artista, per ricambiare l’impronta che l’ente di assistenza ha lasciato nella sua vita.

Antioco Fois