Dall’Italia storie di medici e odontoiatri – Nord

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Torino pensa ai medici con dipendenze patologicheOKcerchioNORD

torinoAnche i medici possono essere dipendenti da droghe e alcol. È per questo che l’Ordine del capoluogo piemontese ha proposto di istituire un programma terapeutico ambulatoriale, semiresidenziale e residenziale per il personale medico e sanitario affetto da dipendenze patologiche. Si chiama ‘Progetto Helper’, è in collaborazione con la Regione Piemonte ed è finalizzato alla prevenzione, cura, riabilitazione e reinserimento del personale sanitario, nel rispetto della tutela della riservatezza individuale.

“In Italia – dice Guido Giustetto, presidente dei camici bianchi torinesi – non c’è niente del genere, né esiste una ricerca epidemiologica sul problema, ma stime non ufficiali parlano del 12 per cento del personale sanitario interessato dal problema”. L’unico esempio simile in Europa, dice Giustetto “è a Barcellona anche lì promosso dall’Ordine”. Il progetto offre un sostegno anche ai familiari e alle persone che sono vicine ai sanitari nel loro percorso di disintossicazione.

A Venezia l’Ordine fa formazione sulla fitoterapia

venezia La sede dell’Ordine di Venezia ospiterà un corso di fitoterapia. “La sempre maggiore diffusione della fitoterapia come alternativa alla cura con i farmaci tradizionali – dice Gabriele Gasperini, consigliere dell’Omceo veneziano – rende necessario creare nei medici,negli odontoiatri e nei farmacisti competenze specifiche in questo ambito”.

Gasperini è convinto che, in caso di malattie croniche, il fitofarmaco possa aiutare ma che il paziente debba essere informato sui suoi effetti collaterali. “Inoltre – dice Gasperini – non è pensabile che negli Ordini si facciano gli Albi delle medicine non convenzionali ma non si tratti della materia”. Il corso sarà rivolto a medici e farmacisti e le lezioni che inizieranno nel nuovo anno, saranno tenute dal farmacista Renzo Gatto e dal chirurgo Francesco Francini Pesenti, fondatori della Scuola veneta di nutrizione e fitoterapia.

Assistenza domiciliare a Piacenza

piacenzaDal 4 luglio a Piacenza le cure palliative arrivano a domicilio. Il servizio è operativo grazie a un’equipe formata da tre donne, un medico palliativista, un’infermiera e una psicologa guidate da Raffaella Bertè, responsabile dell’Unità operativa dipartimentale di cure palliative dell’Asl di Piacenza.

L’Ordine del capoluogo lombardo supporta il progetto contribuendo alla sua diffusione tra i medici di medicina generale. A ribadire il buon risultato raggiunto anche Bertè che ha detto: “Ha funzionato la rete tra tutte le realtà. È stato un progetto fortemente condiviso e non calato dall’alto”.