Dalla specializzazione al NY Times, fino a una serie tv

La storia ha tutti gli ingredienti per una serie ‘medical’: una giovane paziente, una malattia rara e un lungo elenco di diagnosi infruttuose. A risolvere gratuitamente il caso questa volta è stata un giovane medico italiano, Marta Busso, 26 anni, laureata con lode all’Università di Torino, adesso a Friburgo per una specializzazione.

La paziente è Angel, infermiera di Las Vegas di 23 anni, che da nove anni soffriva di una disfunzione muscolare generalizzata, molto dolorosa e debilitante, che i molti medici statunitensi interpellati non erano riusciti a decifrare. Un caso finito sulle pagine del New York Times Magazine, nella rubrica della dottoressa Lisa Sanders, una delle ‘madrine’ di Dr. House.

Marta Busso entra in scena quando era impegnata a scrivere la tesi con Marco Spada, direttore di Pediatria e del Centro Regionale per le malattie metaboliche ereditarie dell’Ospedale infantile Regina Margherita della Città della Salute di Torino. Il giovane camice bianco invia alla rivista la propria lettura, che riceve l’approvazione anche della Scuola di medicina dell’Università di Yale, la quale invita Angel a recarsi in Italia per testare le ipotesi diagnostiche formulate.

L’intuizione di Marta Busso è stata quindi confermata dal lavoro di Spada e del suo collaboratore, Francesco Porta, che hanno individuato una rarissima condizione genetica congenita che determina un difetto dell’ossidazione degli acidi grassi del tessuto muscolare. In seguito, grazie a una terapia dietetica e farmacologica corretta sono state ridotte in modo sostanziale gravità e frequenza delle crisi muscolari della giovane paziente di Las Vegas, che adesso può condurre una vita normale.

Nella serie ‘Diagnosis’, disponibile dal 16 agosto su Netflix in sette episodi e dedicata ai casi misteriosi della medicina, la professionalità di Marta Busso, Marco Spada e del suo collaboratore Francesco Porta ha dato vita alla prima puntata, intitolata ‘Lavoro da detective’.

In seguito all’uscita della serie “stiamo ricevendo molti messaggi da persone disposte a prendere un aereo dagli Usa per venire a curarsi a Torino, magari per patologie già chiare o che non hanno a che fare con le malattie metaboliche”, spiega Marta Busso al Giornale della Previdenza.

La stessa Angel ha mostrato grande apprezzamento per il funzionamento del nostro Ssn.

Dopo avere speso oltre 10 mila dollari negli Usa senza avere in cambio una diagnosi corretta, la paziente americana era preoccupata per i costi degli esami medici in Italia. “Qui da noi il sistema sanitario è pubblico – le ha risposto il medico di Cuneo nel corso di una videoconferenza riportata nella puntata – e chi soffre di questa patologia di solito non paga nulla, perché è molto rara”.

“Da noi è l’esatto opposto”, ha replicato l’infermiera di Las Vegas, che per sostenere le spese per le proprie cure aveva anche beneficiato di una raccolta fondi su Internet.

La scena si chiude col fidanzato della paziente che le chiede incredulo: “È gratis?”. E nell’entusiasmo la giovane infermiera del Nevada non trova altro da dire che: “Trasferiamoci in Italia”.