Dal collegio al palco, l’Onaosi mi ha presa per mano

La notte per Amalia è arrivata che aveva appena nove anni. Il padre, odontoiatra e presidente dell’allora Inam (Istituto nazionale per l’assicurazione contro le malattie), viene a mancare per le complicazioni di un problema cardiaco.

“A distanza di quattro anni – racconta la cantante – mia madre mi mandò all’Onaosi per un campus estivo e dopo pochi giorni dovetti tornare, perché ci lasciò anche lei a causa di un tumore”.

Amalia Grezio di Ostuni (Brindisi), la ragazzina che a 13 anni si è trovata a camminare da sola, viene presa per mano dall’ente di assistenza dei figli dei sanitari.

“Era il ’77 – racconta – iniziavo la terza media ed entrai in collegio a Perugia. Ero la più orfana di tutti, con un profondo senso di abbandono che mi portavo dentro”.

Tra la scuola, la divisa, le nuove amicizie e le prime uscite settimanali ‘sorvegliata’ da un’istitutrice, la ragazza frequenta anche il liceo classico. “Dopo un anno di Scienze politiche – prosegue l’artista – con l’appoggio di Fedora Rossi, futura direttrice del convitto femminile che credette nel mio talento, iniziai a studiare scenografia all’Accademia di belle arti”.

La sua medicina per l’anima sarà però la musica. “Mi esercitavo a cantare, anche davanti allo specchio, e ascoltavo dal pop al soul”. Generi che però non permettevano alla sua creatività di esprimersi fino in fondo.

“Amo plasmare la materia come faccio nella pittura e nella scultura, e cercavo una musica non solo da interpretare, ma da modellare e rendere mia”.

Ad un concerto di Gil Evans, ad Umbria jazz, la giovane artista trova la sua materia, la sua creta di note e standard da plasmare e contaminare con sonorità mediterranee.

“Alla tesi di laurea – continua a raccontarsi Amalia – quando mi chiesero cosa volessi fare, dissi ‘la cantante’, anche se non c’entrava niente col corso di studi appena concluso”.

Arrivano i soggiorni a Roma e New York, dove Amalia Grè si misura con la propria creatività, tra esibizioni nei club e sessioni di studio con gli artisti più interessanti della scena internazionale. E arriva una lettera. Un invito nella cassetta della posta che sarà il biglietto per il suo successo.

Ma questo Amalia ancora non lo sa, quando nel 2001 accetta di partecipare a Musicultura, festival per artisti emergenti. Una delle sue canzoni la fa entrare nella rosa dei finalisti, ma non vince.

“Io cammino di notte da sola” viene poi trasmessa su Radio Deejay e diventa un successo. Arrivano i dischi, Sanremo, collaborazioni importanti. La scenografia resterà una materia di riferimento nella sua vita. Uno degli strumenti che la aiutano a “stare nella bellezza”.

“Anche l’Onaosi – commenta – è stata delle cose belle della mia vita. Oltre ad aiutarmi per 12 anni, l’ho sempre trovato molto chic”.

Adesso Amalia ha una carriera da artista affermata, una famiglia con due figlie e, dopo un periodo di silenzio, un nuovo disco in arrivo.

Un album ‘solare’, in inglese, con una nuova band.

Antioco Fois