Da Bankitalia 10 milioni

Le quote del capitale dell’istituto per il 2018 hanno reso all’Enpam il 4,53 per cento. Oliveti: “Risultati apprezzabili, ora venga considerata la possibilità di aumentare i dividendi”

L’investimento di Enpam nel capitale della Banca d’Italia ottiene per il 2018 un rendimento del 4,5 per cento, portando nelle casse della Fondazione 10,2 milioni di euro.

L’ente previdenziale di medici e odontoiatri ha acquisito nel 2015 una quota pari al 3 per cento del capitale di Palazzo Koch, una scelta seguita da diverse altre Casse professionali.

Il risultato è che l’associazione Adepp, che raccoglie gli enti di previdenza privati, rappresenta di fatto il principale azionista di Bankitalia, con il 15,45 per cento delle quote, del valore di circa 1,2 miliardi di euro.

UTILE IN CRESCITA

Durante l’assemblea annuale dello scorso 29 marzo, è stato proprio il presidente dell’Adepp a sottoporre i dati di bilancio di Bankitalia all’approvazione degli altri partecipanti al capitale.  “Esprimo vivo apprezzamento per il bilancio 2018 e l’azione di rafforzamento patrimoniale dell’istituto – ha detto in assemblea Alberto Oliveti, presidente di Enpam e dell’associazione degli enti previdenziali privati –. Risultati apprezzabili considerato anche il complesso contesto in cui Banca d’Italia opera”.

Durante l’assemblea annuale dello scorso 29 marzo, è stato proprio il presidente dell’Adepp a sottoporre i dati di bilancio di Bankitalia all’approvazione degli altri partecipanti al capitale

Oliveti ha sottolineato la “soddisfazione per la distribuzione dei dividendi proposta nell’esercizio” chiedendosi quindi “se potrà essere considerata in futuro la possibilità di vedere un aggiustamento verso i limiti superiori” previsti dallo statuto.

I partecipanti al capitale hanno infatti visto il proprio investimento valorizzato da un rendimento corposo, ma inferiore alle possibilità previste dall’articolo 38 dello statuto di Bankitalia, che indica un limite massimo del 6 per cento.

NO ALLA NAZIONALIZZAZIONE

La presentazione dei risultati da parte del governatore Ignazio Visco era particolarmente attesa quest’anno, dopo le polemiche che hanno seguito la proposta di legge per la nazionalizzazione di Bankitalia.

Secondo la proposta presentata in commissione Finanze da Fratelli d’Italia e sostenuta da alcuni parlamentari del Movimento 5 Stelle, l’operazione avverrebbe trasferendo quote di capitale detenute da soggetti privati al Ministero dell’economia.

Quest’ultimo le acquisterebbe al valore nominale del 1936. Allora il capitale valeva 300 milioni di vecchie lire, 156mila euro di oggi. Una cifra lontanissima dai 7,5 miliardi rideterminati negli ultimi anni con la revisione dello Statuto della Banca d’Italia.

Se la proposta passasse, invece di 225 milioni di euro, l’ente previdenziale dei i medici e i dentisti si ritroverebbe con poco più di 4.500 euro.

LE QUOTE

In totale le quote degli enti di previdenza privati sono ormai oltre il doppio di quelle degli istituti di previdenza pubblici (pari al 6 per cento del capitale).

In particolare, Enpam, Inarcassa, Cassa forense e Cassa dei commercialisti sono ciascuna in possesso del 3 per cento, Enpaia del 2,15 per cento, la Cassa dei consulenti del lavoro dello 0,67 per cento, Cassa ragionieri dello 0,5 per cento e la Cassa degli psicologi dello 0,13 per cento.

Andrea Le Pera