Cure gratuite, aumentano gli italiani

Non solo immigrati: da Bologna a Taranto, cresce il numero di chi si rivolge ad associazioni e strutture gestite da volontari

Doctor Alexander Humberg (R) from Luebeck looks at a refugee from Iraq in the primary health care centre that is currently placed in containers in Rendsburg, Germany, 20 August 2015. More than 60 doctors and nurses from the university hospitals in Kiel and Luebeck started their voluntary service to take care of the refugees in the new reception centre. Photo:†CARSTEN†REHDER/dpa

In questo quadro sono sempre più gli italiani che si rivolgono a strutture di volontariato. La Sokos, è nata a Bologna nel 1993 con lo scopo di garantire assistenza gratuita agli immigrati senza permesso di soggiorno, alle persone senza fissa dimora e a chiunque viva in una condizione di esclusione sociale. Tra le sue fila si contano 40 medici, dieci operatori addetti all’accoglienza, un farmacista e sei collaboratori. “Quando abbiamo fondato l’associazione – dice il direttore sanitario Natalia Ciccarello, medico di medicina generale – da noi di italiani non se ne parlava. Oggi non è più così”. Sokos offre visite di medicina di base e specialistiche, tra cui ginecologia, dermatologia, fisiatria, psicologia, neurologia, psichiatria, nefrologia, ortopedia, chirurgia vascolare. “La maggior parte delle persone che si rivolgono a noi sono tuttora immigrati – dice Ciccarello – ma sempre più sono gli italiani che, per condizioni sociali o scelte personali, si trovano in una situazione di marginalità. Negli ultimi tre-quattro anni c’è stato un aumento notevole, soprattutto di uomini tra i 50 e 60 anni. Nella classifica che abbiamo stilato in base alla provenienza, gli italiani oggi sono al settimo posto”.

Ma chi sono questi nuovi ‘poveri’? “Sono senza dimora – dice il ds – persone che hanno perso tutto, che hanno una pensione minima e che ‘non ce la fanno’. Poi ci sono quelli che devono comprare il farmaco da banco non hanno le possibilità e vengono da noi. E chi deve fare delle specifiche terapie, come quella del dolore. Chi non può pagarsele viene da noi: una volta a settimana è presente in ambulatorio una dottoressa che se ne occupa”.

Da Bologna a Taranto la musica non cambia. Nella città pugliese lavora l’Associazione benefica Fulvio Occhinegro (Abfo)Immagine SOKOS 077 che a gennaio ha inaugurato il progetto ‘Il mio dottore’ rivolto a persone e famiglie indigenti. Saranno avviati diversi ambulatori medici specialistici tra cui servizi di odontoiatria, oculistica, pediatria, dermatologia, otorino, medicina generale e preventiva, seguiti da oltre 30 medici tarantini volontari. Per i primi sei mesi il progetto sarà rivolto alle 250 famiglie indigenti già seguite dall’Abfo, successivamente verranno accolte le segnalazioni di servizi sociali, parrocchie e associazioni. “Il poliambulatorio – dice il presidente dell’Abfo Andrea Occhinegro, oculista – è stato realizzato senza fondi pubblici, ma soltanto grazie ad associazioni e cittadini”. “L’associazione – dice – nasce nel 2005 e da allora abbiamo visto aumentare il numero di famiglie che rinunciano alle cure mediche per motivi economici. Proprio per questo abbiamo avviato ‘Il mio dottore’. Medici, infermieri e paramedici sono volontari, lavoriamo in collaborazione con i servizi sociali del Comune di Taranto e l’Ordine dei medici della città ha sposato il progetto”.

Milano: sempre più persone ‘normali’ in coda per farsi visitare

“Dall’inizio del 2000 l’utenza si è modificata. Da un lato si è ridotta la pre- senza degli immigrati irregolari e dall’altro è aumentata la presenza degli italiani, che in parte erano già presenti tra coloro che vivono ai margini del contesto sociale, ma che oggi sono rappresentati anche da persone ‘normali’ che si trovano in difficoltà”. A dirlo è Faustino Boioli, medico radiologo in pensione e presidente dell’associazione Medici volontari ita- liani che in 15 anni di attività hanno curato oltre 3.000 pazienti (vedi Gior- nale della previdenza n. 5 del 2014 in foto). “Prendiamo ad esempio un marito separato con appartamento assegnato alla moglie e ai figli. Se si tratta di un benestante – dice Boioli – la persona potrà trovarsi un altro ap- partamento e continuare a condurre una vita normale; ma se è una persona che già stentava allora, i problemi aumentano”. Le cure gratuite attirano pazienti anche da fuori città. “Alcune di queste persone – conclude – scel- gono di raggiungere le grandi città per diversi motivi: ci sono le mense, si trova più facilmente un ricovero e guadagnano un anonimato che li na- sconde di fronte alla difficoltà”.

PER SAPERNE DI PIÙ

Associazione Sokos – Gruppo di coordinamento: presidente Romeo Gendron, vice presidente Cristiana Frejaville, direttore sanitario Natalia Ciccarello, Via Gorki n°12, Bologna, tel. 051 0416380, 051 0416380,
Fax 051 0455639, 348 6353294, 3486353323, www.sokos.it

Abfo, Associazione benefica Fulvio Occhinegro onlusSede legale: Viale Virgilio 35–37, Taranto.
Tutti i giorni, dal martedì al venerdì, ore 9.30 – 13 e 17-20.
Sede operativa/Centro di Solidarietà: ex Scuola Codignola, Via Lago di Montepulciano 1.
Dal Lunedì al Sabato, ore 8.30–20. Tel. 099 7353540, 349 3141642, abfo@abfo.it. Pronto Intervento Sociale: 3930 610061

Carlo Ciocci

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