Competenze condivise contro il flagello subsahariano

Il progetto dell’associazione Help 3 per curare 400 bambini affetti da anemia a cellule falciformi e drepanocitosi

“Aiutiamo a vivere trasmettendo competenze” è il credo di Help 3. L’associazione è nata a Monza nel 2013 dall’incontro di un gruppo di volontari locali e Cornelio Uderzo, 71 anni, ematologo-pediatra e specialista nel trapianto di cellule staminali.

Uderzo, responsabile del Comitato scientifico e consigliere dell’associazione, ha portato in dote la sua esperienza maturata come direttore del programma trapianto di midollo osseo all’Ospedale San Gerardo di Monza-Università Bicocca di Milano, dove ha lavorato per 25 anni nel reparto di Ematologia pediatrica.

Grazie alle sue competenze, Help 3 ha avviato nel 2014 un progetto quadriennale di collaborazione con cinque ospedali africani in Tanzania e Uganda, che ha come imperativo quello di curare e ridurre la mortalità dei piccoli pazienti affetti da anemia a cellule falciformi o drepanocitosi.

“L’obiettivo – spiega il responsabile scientifico – è mettere in grado il personale medico-infermieristico locale di curare i bambini affetti da Acf e, successivamente, ottenere i risultati raggiunti negli ultimi 10-20 anni nei Paesi sviluppati grazie a cure adeguate”.

Uderzo è affiancato dalla dottoressa Nunzia Manna, ematologa con esperienza in un progetto umanitario in Kurdistan per il trapianto di midollo osseo in bambini talassemici. Più avanti, nelle fasi d’avvio del centro trapianto di midollo in Tanzania, altri colleghi parteciperanno, sempre a titolo di volontariato. In particolare, saranno coinvolti quattro professionisti dell’ospedale San Gerardo di Monza (due ematologi pediatri e due infermiere professionali) e due ematologi dell’Ospedale Universitario San Raffaele di Milano, che avranno il compito di formare il personale sanitario locale.

Oltre alla attività sul campo, Help 3 si occupa di raccogliere i fondi necessari a sostenere il progetto. “L’attività di fundraising e sensibilizzazione dei volontari è in corso e risulterà fondamentale per la riuscita”. Recentemente hanno contribuito anche alcuni soci della Onlus ‘Informatica solidale’ di Milano, che hanno realizzato “un database per la registrazione dell’attività degli Ospedali e del ‘follow up’ dei pazienti”.

‘Informatica solidale’ ha curato anche il sito dell’ associazione, dove è possibile verificare la progressione del progetto che, dati e numeri alla mano, nei primi due anni di attività ha permesso di curare quasi 200 bambini, con un aumento delle visite effettuate annualmente e un netto miglioramento della sopravvivenza e della qualità di vita dei pazienti.

Accanto all’attività sul campo, Help 3 e il dottor Uderzo hanno avviato un’attività sinergica con altre associazioni operanti già da anni in quei Paesi. Il progetto sanitario promosso inizialmente insieme alla Onlus Sosgt di Monza (Sostenitori Ospedale Santa Gemma Tanzania) e in collaborazione con due ospedali universitari locali (a Mwanza e a Dar Es Salaam), ha così ricevuto nel settembre 2015 il patrocinio dell’Ambasciata d’Italia in Tanzania.

“Entro il 2018 – prosegue Uderzo – vogliamo mettere in grado i cinque ospedali di curare autonomamente almeno 400 bambini, ridurre del 50 per cento i ricoveri ospedalieri dovuti alle complicanze da Acf e del 70 per cento le trasfusioni, necessarie ma allo stesso tempo difficili da effettuare nei Paesi in via di sviluppo”. I risultati già raggiunti sono uno stimolo per la prosecuzione del progetto, che si è dato un traguardo ancor più ambizioso.

“L’obiettivo finale – dice ancora l’ematologo – è di mettere in condizione il personale medico locale, entro il 2018-2019, di eseguire il primo trapianto di midollo osseo in uno degli ospedali del progetto. Parallelamente sarà necessario individuare e raccogliere i fondi sufficienti a costituire un vero Centro trapianti. Solo così il personale sarà in grado effettuare 10-15 interventi l’anno, con lo scopo di ottenere la guarigione del 90 per cento dei pazienti, così come nei Paesi a elevate risorse economiche”.

Dopo l’anemia falciforme, il progetto di Help3 vuole espandere il raggio d’intervento ad altre malattie ematologiche dell’infanzia come leucemie e linfomi. La strada da seguire però è sempre quella: la condivisione di conoscenze, la formazione e la trasmissione di competenze.

PER INFORMAZIONI:
http://help3.it/
email: help3_2014@libero.it