Cogolli, il pioniere che diede la vita per la radiologia

A quasi settant’anni dalla sua scomparsa la memoria del medico chirurgo Lugi Cogolli (1884-1949), pioniere e martire della radiologia, rivive grazie a una mostra e a un testo a lui dedicato.

Noto per studi in ambito diagnostico e terapeutico sulle lussazioni, il lavoro del radiologo originario di Budrio (Bologna) si concentrò sulla possibilità di osservare la mandibola, sul Morbo di Mikulicz e sulle potenzialità terapeutiche connesse ai raggi X.

 

EROE DI GUERRA E ‘MARTIRE’ DELLA SCIENZA

Da appassionato di fotografia, Cogolli si interessa e intraprende la pratica della radiologia. Nella diffidenza di alcuni ambienti accademici dell’epoca, porta avanti i propri studi anche sui campi di battaglia dove dà prova di autentico eroismo che gli vale la Medaglia di bronzo al valor militare.

La sua attività prosegue sotto il “fuoco incessante d’artiglieria” e le “pallottole che ci fischiano sulla testa” a Tobruk, nella Guerra italo-turca dell’11-’12, come scriverà in una lettera al fratello, e nella Prima guerra mondiale, dove da capitano medico diresse la quinta ambulanza chirurgica d’armata.

Dopo la guerra, il medico emiliano si affermerà come fondatore della radiologia bolognese assieme ad Aristide Busi. Primario e poi primario emerito all’Ospedale Maggiore, si dedicherà all’attività medica quotidiana e alla formazione di numerosi allievi.

Le prolungate esposizioni ai raggi X e lo scarso uso di protezioni alle mani, che limitavano la possibilità di trattare i pazienti, gli causeranno una radiodermite che degenererà in tumore.

La malattia tuttavia non impedì a Cogolli, tra terribili sofferenze e la consapevolezza di andare incontro alla morte, di continuare la propria missione.

A Bologna, la memoria del pioniere della radiologia è stata preservata per anni, con una lapide ed un premio a lui intitolati. Budrio gli ha di recente dedicato una mostra fotografica, oltre al libro “Luigi Cogolli, l’estremo sacrificio per l’umanità” dello storico della medicina Leonardo Arrighi. Il suo sacrificio gli ha, inoltre, concesso di diritto un posto tra i martiri della radiologia, ricordati nella stele di Amburgo.

 Antioco Fois

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